mercoledì 17 aprile 2013

Figlio unico

Oggi, per la prima volta (se non si contano quei tre giorni in cui sei rimasto da solo all'ospedale subito dopo che sei nato), hai vissuto un giorno senza sorella e, soprattutto, da figlio unico.
Dopo che ieri sera ti sei catapultato dalla sedia violentemente indietro, battendo la testa e facendoci scappare subito all'ospedale, hai avuto il tuo momento di gloria, il tuo momento di unicità. 
Pensavo che ti saresti preso paura e che non saresti  più voluto ritornare sopra quella sedia dalla quale sei caduto, invece oggi, quando ti ho rimesso al tuo posto a tavola (anche se gli alzasedia sulla sedia erano immediatamente spariti ed erano ritornati i cari, vecchi, sicuri seggiolini da viaggio) ci sei ritornato proprio volentieri, pensando sicuramente che quella caduta avesse cambiato magicamente in meglio la tua vita.
Da quando ti ho visto bello disteso a terra, un attimo dopo aver sentito per prima quel tonfo che mi ha raggelato, ti ho preso in braccio e non ti ho più mollato, cosa che non penso sia mai successa da quando sei nato, costretta come sono a dividere le mie attenzione verso entrambi. 
Abbiamo chiamato l'ambulanza con te che mi eri ormai appiccicato in collo, siamo saliti sopra e siamo stati abbracciati tutto il tempo che ci è voluto per arrivare al pronto soccorso, mentre ti visitavano ti cantavo le canzoncine, mentre aspettavamo fuori che ci chiamassero per la visita vera eravamo io e te a giocare, ti ho lasciato andare per i corridoi e tu eri felicissimo di esplorare nuove mete, ed eri sorpreso nel vedermi sempre là dietro te  pronta ad accertarmi come stavi e che non ti mettessi di nuovo nei guai. Lì poi hai capito che bastava che tu accennassi ad alzare le braccia verso di me che io correvo subito a prenderti in collo, che io non mi stancavo di giocare a cucù dietro l'acquario, che io non brontolavo se tu mi volevi stare tanto e ancora in braccio, a volte con la testina adagiata sulla mia spalla, altre a guardarmi da vicino, altre ancora a ridere. 
Sì, perchè ieri sera, benchè l'ora fosse per te tarda e il posto sconosciuto, eri sovreccitato, ridevi felice, mi saltavi su e già, scappavi e giocavi con tutti i giochi disponibili senza minimamente accusare il colpo. Tanto che poi quando ci hanno richiamato per la vista seria, mi hanno chiesto se avessi visto in te qualcosa di anormale, io ho solo detto che di diverso c'era che non ti avevo mai visto così allegro e ridanciano e sopra le righe del suo carattere che  è, a volte, ombroso, improvvisamente irascibile, stizzoso, contro un cuore allegro e ilare come quello che avevii ieri sera. Eri la massima espressione di felicità e quel non sentire la stanchezza mi ha fatto pensare che stessi un po' festeggiando qualcosa tipo l'ultimo dell'anno, tentando di andare a letto il più tardi possibile per fare in modo che quella festa non finisse. La festa di avermi tutto per te.
Poi questa mattina abbiamo mandato Mina al nido con il babbo Gangster e io e te siamo rimasti  da soli, ridevi di nuovo felice e parlavi con i giocattoli, me li portavi e stavi a lungo vicino a me in piedi a guardarmi, come a chiedermi che caspita fosse successo per avermi così tanto e a lungo. Poi, non appena ti prendevo in braccio, subito ti adagiavi con la testa sulla mia spalla, in un gesto tenero come a dire aaaah mamma che vita sarebbe questa, io e te stretti stretti. 
Anche per me sai Emino è stata un'esperienza incredibile, averti da solo e poterti gustare. Abbiamo pranzato come due innamorati, vicini vicini, guardandoci negli occhi. Ti lasciavo giocare, ti lasciavi imboccare, chiacchieravamo e ridevamo, cinguettando come due rondini che scoprono la  primavera. Anche io sai ho pensato che bello avere un bimbo per volta, potermi dedicare interamente a lui, avere tempo di perderci tempo, invece che dividermi costantemente verso tutti e due, facendo ugualmente tutto ma facendolo sempre in fretta, dedicando rocambolescamente tempo un po' a uno e un po' all'altro. Ho un po' invidiato chi ha un figlio solo a cui si può dedicare visceralmente, anche se di voi sono così fiera che non mi importa se  ancora non sapete fare bene i versi degli animali come fanno gli altri bimbi, però sapete ridere fra di voi e cercarvi per giocare, che questo non è poco, al confronto di che saper fare miao e bau.
Quando poi sono andata a riprendere Mina al nido e ci siamo riuniti, lei non ti ha filato per niente, neanche guardandoti, forse intuendo che avevi goduto di un privilegio che ancora lei non aveva avuto, e te un po' mi hai guardato perplesso come a dire adesso che è tornata questa è tutto finito fra di noi?  Ma quando io ti ho cercato con lo sguardo dallo specchietto retrovisore mentre eravamo in auto per andare a Music Together,  tu mi hai dato uno sguardo esplicativo che voleva proprio dire ormai quello che c'è stato fra di noi entrambi non lo possiamo dimenticare, anche se da ora in poi tornerà tutto come prima, capito bambola? E così abbiamo chiuso questa nostra parentesi rosa con una tacita e segreta storia d'amore vissuta solo fra noi e per noi.

3 commenti:

  1. Quindi non si é fatto proprio nulla? Che sollievo!!
    ..ma tu quanti anni di vita hai perso? :-)
    Un abbraccio solidale!

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  2. No, ormai passati i tre giorni di osservazione, il testone non si è fatto nulla. L'ho detto che è un testone Capricorno testa dura!

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  3. Ne sono molto felice, da' un bacione al capoccione da parte mia!

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