venerdì 26 aprile 2013

Da farfalla a farfalla


Due giorni fa, quando la mattina  ero a passeggio sola con Mina, abbiamo dirottato dal nostro solito percorso e ci siamo ritrovate in una via laterale a cercare l'ombra per tornare a casa. Mentre cammino mi sento chiamare e vedo spuntare da un negozio di parrucchiera una testa con il colore in posa che mi dice: "capisco che così non mi puoi riconoscere... " ma  quella voce mi porta a riconoscerla subito. Era la mia compagna di banco del corso di scrittura autobiografica che ho fatto quando ero incinta. 
Il tempo libero che quella gravidanza mi donava mi permetteva finalmente di seguire ogni mio sogno e aspirazione, così ho atteso i bimbi portandoli con me nella pancia a fare tutto quello che più mi piaceva: ceramica, yoga, piscina, canto e, ovviamente, scrittura, la mia passione. Mi ritrovai così a conoscere questo bel gruppo di donne che si trovavano il martedì pomeriggio e che leggevano quello che a casa avevano scritto, sullo stesso argomento, raccontando ognuna di loro quel pezzo di vita, come lo avevano vissuto, come si sentivano, cosa significava. Vennero così fuori delle storie incredibili, doni di esperienze personali che venivano tirate fuori da quei quaderni e lette alle altre neanche fossimo amiche da sempre. Lì ho imparato il rispetto e la stima per molte di loro anzi, per tutte, e la grande sorpresa (anche se questo sempre l'ho saputo) che ogni vita può regalare nello scrivere il suo romanzo. Io, forse per caso, forse per destino, mi sedetti vicino all'unica altra che aveva i capelli ricci, era una giovane signora vivace che sprigionava un'energia sorda, anche se era tutta compressa in quei suoi piedi piantati in terra, che la faceva sembrare così concreta ma che, vivendole a un palmo di naso, la faceva vibrare così tanto che io mi nutrivo di quell'esplosione di energia, e i miei bambini con me. Ci siamo volute bene in silenzio, che a volte lega di più di tante parole, e esserci perse, è stata sicuramente una sconfitta. Temporanea, visto che il destino ormai ci aveva legate e ha fatto in modo che io passassi da quella strada dove non passo mai e che lei fosse lì a farsi i capelli, che mi vedesse passare davanti alla vetrina con un passeggino gemellare, che facesse velocemente due più due, che poi scoprissi che insegna yoga a 200 metri da casa mia.... sì, il destino non vuole che ci dividiamo. Ora, gli orari di yoga sono un po' ostici per me, ma credo che l'universo intero farà sì che tutto si metta a posto perchè io possa aver la forza di uscire la sera e andare a frequentare il corso che lei tiene. Intanto, visto che qua vorrei che rimanesse traccia di tutto quello che ha interessato i bimbi, attacco le mail che ho mandato da prima a tutto il gruppo di scrittura autobiografia, poi le due mail che ci siamo scambiate proprio con lei, la mia compagna di banco, perchè le trovo tenere e non vorrei che si perdessero.

10 gennaio 2012 (inviata da me al gruppo di scrittura autobiografica)
Carissime,
pensandovi domani riunite intorno al tavolo, a raccontarvi che farfalla siete, vi vorrei raccontare della nascita dei gemelli.
Contro ogni aspettativa, contro ogni minimo segnale, forte di una gravidanza passata benissimo, in cui i cuccioli crescevano forti e sani nella pancia, la sera del 24 dicembre ho iniziato a spaventarmi per le gambe gonfie che avevo, così gonfie da perdere sensibilità nei piedi. Ho stretto i denti e ho resistito giusto fino all'indomani, il giorno di Natale, per aprire   i regali e fare il pranzo di Natale ma subito dopo sono andata alla Maternità a farmi vedere e mi hanno immediatamente ricoverato. Avevo la pressione alta, una sofferenza renale e una forte anemia, provocata dal sovraccarico dei gemelli nel mio corpo. Da essere ricoverata a trovarmi l'anestesista in fondo al letto che mi preparava per un cesareo d'urgenza è stato tutt'uno, io allibita dalla catastrofe di eventi che si stavano susseguendo, continuavo a dire no, è troppo presto, i bimbi sono piccoli, io resisto, non voglio farli nascere. Per fortuna le analisi che mi hanno fatto durante la notte e il giorno successivo hanno fatto rientrare il cesareo d'urgenza, ma ho solo acquistato un po' di giorni, il mio corpo veniva stabilizzato per affrontare un cesareo programmato per il 30 dicembre. E così è stato. 
Il parto per cesareo credo che sia uno degli eventi più violenti che una donna debba subire, dura pochissimo, e lo si deve affrontare da sole in una sala operatoria invece che in un posto accogliente dove mettere al mondo due vite, momento che ritengo sia un evento sacro. Non c'è niente di magico in quella sala operatoria, solo gente disinteressata che fa il suo lavoro senza coinvolgerti, il tempo di addormentarti la parte inferiore del corpo e i bimbi ti vengono estratti dalla pancia e fatti sparire, io sentivo le voci dall'altra parte del telo che mettono per non farti vedere quello che succede, e quel affaccendarsi in maniera vorticosa (i bambini vengono estratti in un attimo, massimo 3-4 minuti e vengono fatti uscire e sparire) e non capivo quel che succedeva, se andava tutto bene, quello vederli sparire subito per essere visitati mi ha devastato, ho passato il tempo del cesareo a piangere e pregare, con estranei alle mie spalle che parlavano dell'ultimo dell'anno, con quei bimbi che venivano al mondo in un ambiente così violento, senza essere accolti da canti e da angeli come mi sarei immaginata e nemmeno dalla loro mamma, che li ha potuto solo baciare sulla bocca un secondo, quando me li hanno riportati lavati e vestiti giusto per farmeli vedere, due bacetti in bocca ad ognuno e via, non li ho rivisti fino al giorno dopo. Poveri angeli strappati dal loro mondo che non hanno trovato la loro mamma a rassicurarli. Credetemi, è stato veramente bruttissimo.
Per fortuna poi dal giorno successivo sono potuta andarli a trovare nel reparto di neonatologia che sta allo stesso piano di Ostetricia, ho pianto tutto il tempo che li ho visti, così disperata perchè non potevo rassicurarli con la mia presenza costante, ma loro si sono dimostrati forti e, nel giro di un paio di giorni si sono fatti forti e belli. Alla nascita erano kg 1,900 lui e 2,100 lei, adesso sono entrambi 2,400, io sono stata dimessa da una settimana mentre loro sono ancora a Careggi, dove si rimpolpano di giorno in giorno e dove ogni giorno mi regalano sorprese. I primi giorni aprivano solo un occhio e sporadicamente, adesso mi guardano con quegli occhioni blu innamorati entrambi, mi sorridono e fanno le smorfiette e io sono innamorata pazza di loro. La bimba è già una protagonista, piange forte che sveglia tutti, ha i riccetti neri e gli occhi blu e pretende di essere sempre la prima ad essere considerata. Il fratello invece è buffissimo, ha un visino tondo che sembra una ciliegia, aspetta paziente che la sorella faccia i capricci, gli passi avanti nelle poppate, non si lamenta mai se lo devo mettere giù per consolare la sorella, e quando dorme si vede cosa sogna dalle faccette che fa. Andare a trovarli il pomeriggio è la parte più bella della giornata. Aspetto ovviamente con ansia che li mandino a casa, hanno solo bisogno di finire il biberon che prendono senza stancarsi (adesso a metà biberon sono esausti e si addormentano) ma tutti i giorni fanno progressi e quindi conto di averli presto a casa. Averli a casa per ri-nascere, iniziare tutti, io e loro, una nuova nascita cercando di superare la brutta esperienza della prima loro venuta al mondo. 
Io, care farfalle, vi saluto con gioia, con la gioia che queste due vite donatemi mi ha avvolto.


Martedì 10 Gennaio 2012 (Inviato dalla mia compagna di banco a me)
Oggetto: da farfalla a farfalla
Carissima,
leggerti è stato toccante, l'esperienza del cesareo è un vero trauma per tutti, proprio ieri una mia allieva mi ha inviato un video di un parto in acqua, e guardandolo, ho pensato che quello è il solo modo di venire al mondo, con quei tempi quella dolcezza, ma purtroppo siamo nel xxi secolo, mi domando come hanno fatto con i gemelli prima, eppure sono nati lo stesso, la natura sa fare il suo corso è l'uomo che non sa ascoltarla.
Ma gira pagina, pensa a come sarà eccezionale quando li avrai con te, viviti in pieno questa avventura unica, assapora ogni momento, anche perchè è un tempo cosi veloce che devi trattenerlo, scriverne, per te, per loro.
Ti abbraccio forte ed aspetto una foto anche via mail dei tuoi bimbi
Sandra


19 gennaio 2012 (invitato da me alla mia compagna di banco)
Cara Sandra compagna di banco,
fermati un attimo, lascia perdere l'agenda, le penne e i quaderni da riordinare e concediti un attimo per me.
I gemelli sono tutti e due a casa da lunedì. Prima mi hanno ridato lei, e dopo tre giorni è arrivato anche lui. L'ostetrica mi ha consigliato di farli dormire insieme e in effetti li porto fuori nella stessa carrozzina e anche la notte e il giorno dormono insieme nella stessa carrozzina, vicini vicini e mi sembra che stiano benissimo, al caldo del corpo l'uno dell'altra. E come mi ha fatto notare ancora l'ostetrica, i gemelli si parlano! Sì, emettono suoni come due delfini, (io in effetti mi ero accorta di questi strani gemiti, tanto che ridendo dicevo che ho i gemelli che cigolano) e facendoci caso, questi gorgoglii che emettono, che sono gli stessi che facevano in pancia, sono un linguaggio segreto fra di loro, tanto che se uno li emette l'altro risponde o si innesca nel pianto. Mi sembra tutto così magico e stupefacente!
Stiamo recuperando un po' il tempo perduto, i giorni i separazione e lontananza dell'ospedale, la bimba è più tranquilla e ormai si fida di me, il bimbo invece vedo che ancora mi guarda con sospetto, stupito dal fatto che mi ritrovi tutti i giorni. Ieri con l'ostetrica abbiamo fatto il bagnetto ad entrambi e poi lei me li ha messi tutti bagnati addosso a me che ero nuda, ci siamo così chiusi dentro il mio accappatoio pelle contro pelle come non abbiamo mai avuto occasione di fare ed è stato commovente. La bimba si è subito addormentata scaturendo un calore incredibile, io e il bimbo invece abbiamo iniziato a piangere, io ricordavo tutte le lacrime che ho versato durante il cesareo, la paura che ho avuto per loro e per quel momento di violenza, il bimbo tremava tutto, forse anche lui ricordava quell'essere stato strappato da me. Ma ci ha fatto a tutti bene, anche se nella notte io e il piccolo non abbiamo mai dormito, lui agitatissimo io in pensiero per lui. E oggi siamo ancora tutti frastornati.
Oggi per la prima volta poi ho chiesto aiuto, io che volevo fare l'invincibile e fare tutto da sola, mi sono ritrovata mia sorella in casa e volentieri le ho ceduto un bimbo da coccolare mentre io mi facevo la doccia e mangiavo. In effetti mi sono sentita sollevata, e sono andati via anche i miei sensi di colpa che non ero capace di accudirne due, che forse non ero proprio la mamma perfetta che quei due bimbi si meritavano ( io perdo i loro ciucci, mi intreccio nel cambiarli, sbatto con la carrozzina, ma è il mio essere così, io sono maldestra e poco pratica per natura, come potrei essere una mamma diversa?) e mi sono detta che se anche non sarò una mamma pratica regalerò loro tutte le mie storie inventate e le mie canzoncine in rima che canto loro per farli rilassare, e che se anche non avranno torte e manicaretti profumati, avranno tante parole in testa con cui nutrirsi e vestiti colorati con cui vestirsi. Dovranno fare i conti con me e con il mio essere e spero che presto si innamorino di me come io mi sono già innamorata di loro.
Saluta le altre signore "autobiografiche" da parte mia, io riesco ad accendere il computer ogni .... non so nemmeno più quando è accaduto la volta prima, volteggio fra biberon e pannolini ma vi penso e mi manca tanto non aver il tempo per scrivere. Ti eleggo così a mia messaggera.
Ma ti invio solo a te un abbraccio speciale, mi manca quella tua energia che sentivo che scaturiva da te quando mi sedevo a tuo fianco.
Ma sulle farfalle poi cosa è venuto fuori?  Io, se avessi avuto tempo, avrei scritto meglio quello che ti ho detto, del fatto che ai gemelli è capitata una mamma farfalla che sbatte la loro carrozzina negli angoli e che li assembla male quando li veste, ma d'altra parte .....che bei colori che ha una mamma farfalla!
Ah, in ultimo, ma una tua allieva di cosa? Cosa insegni? Mi sono persa questa tua attività, sempre parlavi di essere l'unica donna in una azienda di uomini..
smack, a presto
20 gennaio 2012 (inviato dalla mia compagna di banco a me)
CARISSIMA,
SONO CONTENTA CHE FINALMENTE AI TUOI BIMBI CON TE, ADESSO INIZIA IL GRANDE VIAGGIO, TUTTO NUOVO, TUTTO DA SCOPRIRE.NON TI FOSSILIZZARE SUI CANONI MATERNI, TU SARAI LA MADRE CHE SAPRAI ESSERE E SONO CERTA AL MEGLIO DI TE STESSA, ANCHE SE NON PREPARERAI DOLCETTI, NON SONO IMPORTANTI, CI SONO OTTIME PASTICCERIE.ACCETTA L'AIUTO DA CHI SENTI SINCERO, NON PENSARE DI POTER FARE TUTTO DA SOLA, LASCIATI AIUTARE, SE POI E' UNA SORELLA ANCORA MEGLIO.
SAI SULLE FARFALLE RIFLETTEVO, TI RICORDI NE AVEVO DUE, ED E' VERO SONO DUE, UNA VOLA ALTA LIBERA NON CONOSCE IL VOLO ORIZZONTALE, E' SEMPRE AL DI SOPRA PERTANTO VEDE SCRUTA ED E' TUTTO CHIARO, L'ALTRA NON SI STACCA DA TERRA, NON RIESCE, HA LA TESTA PESANTE, COLMA DI DOVERI, SENSI DI COLPA, SENSO D'INADEGUATEZZA.
QUANDO LE MIE DUE FARFALLE VOLANO INSIEME IO RAGGIUNGO IL MIO BENESSERE, MA PURTROPPO QUESTO NON VIENE RECEPITO ALL'ESTERNO.
SONO STATA 27 ANNI RESPONSABILE AMMINISTRATIVO, HO MOLLATO TUTTO NEL 2007, ED INSEGNO YOGA. ANCHE SE VORREI TROVARE UN LAVORO CHE MI OCCUPASSE TRE QUATTRO ORE AL GIORNO PER POTER CONTINUARE A VERSARE CONTRIBUTI E NON MERCIFICARE LO YOGA, PERCHE' LE PASSIONI NON SI DEVONO MERCIFICARE.
IL GRUPPO E' RIPARTITO, ED IO MI SENTO ORFANA, TU NON CI SEI, DESERTO.
MANTIENIMI AL CORRENTE, E QUANDO SEI PIU' STABILE CON ORARI E GESTIONE, VENGO A TROVARTI A CONOSCERE I PICCOLI.
UN ABBRACCIO FORTISSIMO


18 febbraio 2012 (scritto da me a lei)
Carissima compagna di banco
ti chiedo scusa per aver lasciato passare tanto tempo nel risponderti ma capisci bene che , a volte, non ho tempo neanche per bere. Con questo non voglio certo dirti che i gemelli mi hanno sconvolto la vita, perchè stranamente non mi sento schiacciata da loro, nè alienata nè oppressa, come tutti mi dicevano che sarebbe successo. Ovviamente ho tanto da fare, non ho modo di fare quello che facevo prima ma, sinceramente, è bello fare questo in questo momento. 
Forse la maturità dell'età fa sì che tutto il frastuono che hanno portato questi due bimbi nella mia vita non mi abbia shampato il cervello, è venuto tutto naturale, vivo a ritmo di biberon e pannolini ma non è così stressante anzi, mi nutro di questi bimbi che tutti i giorni mi regalano sorprese: occhi aperti e curiosi, teste dritte che mi guardano, braccine forti che mi abbracciano gambette sguaiate che scalciano e vocine tonanti che pretendono di essere ascoltate. Hanno un mese e mezzo e hanno fatto passi da gigante, anche fisicamente, non entrano più nelle tutine da piccoli! 
Ti allego delle loro foto per farti vedere che ciliegine che sono e per farti venir voglia di venirci a trovare.
E te come stai? Raccontami raccontami raccontami...... che io bramo conversazioni che escludono biberon e pannolini...
Un abbraccio stretto

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