Mentre torniamo a casa dall’asilo
penso a quante cose avrei da fare. Entriamo in casa e lascio che i bimbi
scelgano, senza proporre alcun suggerimento che sicuramente li porterebbe a
fare l’opposto, per principio. Ecco, bravi, insperatamente scelgono subito di
vedere Cenerentola. La milionesima visione di quel film li affascina e li
cattura come se fosse la prima volta che lo vedono. Io, intanto, ne approfitto
per fare la lavatrice, mettere a bollire il brodo, preparare la torta di mele e
amalgamare l’impasto dei crostini. Nel frattempo è finita la lavatrice, mille
calzini taglia 28 da stendere, mille canottiere e magliette e felpe e pantaloni
da stendere. Mentre lo faccio penso che potrei avvantaggiarmi sulla cena di
domani. Ecco che, nel frattempo, la torta di mele si è cotta e il forno è caldo
per metterci i crostini. Ecco che dal divano non arrivano segni di
spazientimento perché proprio non mi hanno vista lì vicino a loro per tutto il
tempo, cosa che invece in genere, succede. Chiedono la mia presenza solo
quando, finto il film, iniziano a fare il puzzle, quello grande e complicato,
che ancora (ma ancora per poco) non riescono a fare tutto tutto da soli. Ok,
vado, tanto la cena è fatta, la tavola apparecchiata e la doccia e capelli
lavati ad entrambi già al momento del nostro arrivo a casa, visto che Marghe,
mi ero accorta in auto, si era fatta la pipì addosso all’asilo.
Ceniamo tutti insieme, il Gangster gongola della tripla portata e dell’armonia
di quella tavola, Emanuele chiede educatamente al suo babbo il permesso di alzarsi per venire
a darmi un bacio e non ci sembra vero: siamo diventati la famiglia del Mulino
Bianco? No, ci sono giorni, come quello di ieri, che sono particolarmente
fortunati. Forse perché era il 23 febbraio, un giorno speciale, compleanno del
re del Buthan e di tanti altri che ormai vivono lontani
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