mercoledì 15 gennaio 2014

Ti piegherò per farti libero

Scusa te, piccolo ballerino del Bolshoi,
tu che indossi con disinvoltura i leggins blu di tua sorella, che a lei vanno grandi ma che a te stanno perfetti, perché fanno risaltare le tue gambe tornite, forti e muscolose, che portano in giro quelle tue spalle larghe e quei tuoi fianchi stretti. Tu che per questo sembri un ballerino di danza classica, anche se hai più i modi del rugbista.
Senti te, riccioli d'oro e voce d'angelo, cosa racchiudi dentro a quel tuo torace muscoloso, e cosa nascondi dietro quella tua faccina d'angelo?
Che ti passa per la testa in questo periodo, quando dici no affermandolo bene, in modo secco e deciso? Cosa pensi di fare quando scappi da me, liberandoti della mia mano con una spallata secca? Pensi di essere grande e forte? Pensi che sia giusto così? Pensi in questo modo di poter cancellare il ricordo di quando eri appena nato che piagevi così piano che non ti si sentiva? Oppure di farmi dimenticare i giorni di fisioterapia quando avevi il torcicollo e la tua testa ancora senza capelli aveva due profili diversi? 
Pensi che questa tua mamma che ti teneva in braccio stretta, che ti ha fatto dormire con lei la prima notte che sei tornata a casa, non si curi abbastanza di te, te che sei così prepotente adesso verso tutti e in special modo verso tua sorella? Tu che hai schiaffeggiato una bambina piccola solo per il gusto di farlo? Tu che adesso, dopo aver passato la fase del battere la testa per terra quando eri più piccolo e molto arrabbiato, ora alzi le mani verso di me per picchiarmi? Tu che mentre mi picchi mi guardi negli occhi per accertati che io veda bene quello che hai  il coraggio di fare, benché tu sappia bene che subito dopo ti metterò in punizione? tu che dopo la punizione vieni da me piangendo e abbracciandomi la gamba, ma che non ti pieghi a chiedermi scusa né a darmi un bacio come ti chiedo di fare per farti perdonare? 
Credi che non sappia come ti senta? Credi che anche io mi sia mai piegata a chiedere scusa? Sai cha ancora me lo ricordo, il mordente che provavo dentro che non mi faceva piegare davanti alla mia mamma? che neanche tutto il bene che le volevo, e l'evidente torto marcio che avevo, mi ha mai fatto inchinare verso di lei? 
Credi che non sappia come ti senti, quando mi vuoi tutto per te e per questo non sopporti tua sorella che ti ruba le mie attenzioni? Credi che anch'io non abbia provato quello che provi te, io terza figlia? E credi pure  che non sappia che a volte si ha voglia così, senza motivo apparente, di dare uno schiaffo a chi non si può difendere, perché la vita è anche questo, perché la vita te ne ha fatti prendere di schiaffi da chi non ci si poteva difendere? 
Credi che non conosca i tuoi occhi di sfida, quelli che io chiamo "lo sguardo d'albanese" che ti fa sembrare tanto un piccolo slavo arrogante? Ma credi che non combatterò per non farti pietrificare nei tuoi errori? Ti brontolerò finché non cederei, perché è bella la tua ostinazione, ma il tuo cedere lo sarà di più, perché ti farà forte e libero, libero anche di riconoscere che si sbaglia, che si deve ingoiare e si deve mediare, nella vita, che l'orgoglio non è la chiave giusta per aprire tutte le porte. Credi che non ti brontolerò fino a quando non ti convincerai che comportarsi bene vale più della sfida? Credi che non ti incoraggerò, quando avrai raggiunto i tuoi limiti, a sfidarmi di nuovo, per provare ancora una volta quella libertà che ora mi chiedi? E se ti piegherò, adesso, sarà per farti libero poi, in un continuo rincorrerci. 
E credi che, malgrado i terribili due anni che ci stanno facendo dannare, non ti ringrazi tanto lo stesso per i tuoi baci umidi che mi appiccichi sulla bocca, dopo tanto litigare? Perché in fondo, siamo sempre innamorati.

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