giovedì 3 dicembre 2015

Due polpettine



Una notte uno dorme sopra, l’altra dorme sotto, e viceversa, in una turnazione rigida che aiuta a stemperare la voglia di entrambi di dormire in alto, il posto più ambito del nuovo letto a castello.
Da poco però si è aggiunto un nuovo rito: chi dorme sotto usufruisce della possibilità che io mi sdrai un pochino  con lui (o con lei, ovviamente).
L’emozione di entrambi, di avermi lì vicino, è la stessa: nella penombra e nel silenzio della camera, sento quei cuoricini emozionati che battono forte, felici di ricevere questa vicinanza esclusiva della loro mamma. Iniziamo con carezze e baci, in  una prossimità alla quale spesso dobbiamo rinunciare. Abbracci, annusamenti, e poi iniziano le chiacchiere. Lei, felice, inizia con il dirmi “mamma lo sai che sei bellissima” e poi vuole giocare alla medusa anzi, alla mendusa, come dice lei. Altro non è che, nella penombra, allontanare e avvicinare la mano a polpo, più che medusa, in uno scherzo continuo del che paura ora ti pizzico, con le sue grosse risate che mi fanno ridere più del gioco in sé.
Lui invece, quando iniziamo a parlare, mi chiede sempre cosa facciamo domani e, regolarmente, quando gli chiedo che cosa vorrebbe fare, lui risponde… potremmo fare due polpettine, il purè, facendomi ridere perché penso che un bimbo di nemmeno 4 anni, in un momento d’amore unico con la mamma, pensi a raccontarle il suo desiderio più grande che è … fare due polpettine.
Sono sicura che questi momenti siano un cemento unico nei nostri rapporti, questo ricevere attenzioni uniche, questo stare vicini ed essere liberi di scegliere il gioco o le chiacchiere con la mamma, ma anche questo, soprattutto, saper anche aspettare un giorno intero il proprio turno, che aiuta ad apprezzare l’attesa. C’è da dire però che, mentre coccolo uno, l’altro, quello del piano di sopra, si sporge a spiare quello che stiamo facendo. Senza mai reclamare attenzioni particolari per lui, nel rispetto di questa sottintesa turnazione, ma spia silenzioso quello che l’altro sta facendo con la mamma. E  anche questo appurare cosa stiamo facendo senza di lui, forse li aiuta ad accettare meglio la loro rinuncia e a posticipare il piacere al giorno dopo. Altro esercizio per diventare grandi

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