Una notte uno dorme sopra, l’altra
dorme sotto, e viceversa, in una turnazione rigida che aiuta a stemperare la
voglia di entrambi di dormire in alto, il posto più ambito del nuovo letto a
castello.
Da poco però si è aggiunto un
nuovo rito: chi dorme sotto usufruisce della possibilità che io mi sdrai un
pochino con lui (o con lei, ovviamente).
L’emozione di entrambi, di avermi
lì vicino, è la stessa: nella penombra e nel silenzio della camera, sento quei
cuoricini emozionati che battono forte, felici di ricevere questa vicinanza
esclusiva della loro mamma. Iniziamo con carezze e baci, in una prossimità alla quale spesso dobbiamo
rinunciare. Abbracci, annusamenti, e poi iniziano le chiacchiere. Lei, felice,
inizia con il dirmi “mamma lo sai che sei bellissima” e poi vuole giocare alla
medusa anzi, alla mendusa, come dice lei. Altro non è che, nella penombra,
allontanare e avvicinare la mano a polpo, più che medusa, in uno scherzo
continuo del che paura ora ti pizzico, con le sue grosse risate che mi fanno
ridere più del gioco in sé.
Lui invece, quando iniziamo a
parlare, mi chiede sempre cosa facciamo domani e, regolarmente, quando gli
chiedo che cosa vorrebbe fare, lui risponde… potremmo fare due polpettine, il
purè, facendomi ridere perché penso che un bimbo di nemmeno 4 anni, in un
momento d’amore unico con la mamma, pensi a raccontarle il suo desiderio più
grande che è … fare due polpettine.
Sono sicura che questi momenti siano un cemento unico nei nostri
rapporti, questo ricevere attenzioni uniche, questo stare vicini ed essere
liberi di scegliere il gioco o le chiacchiere con la mamma, ma anche questo,
soprattutto, saper anche aspettare un giorno intero il proprio turno, che aiuta
ad apprezzare l’attesa. C’è da dire però che, mentre coccolo uno, l’altro,
quello del piano di sopra, si sporge a spiare quello che stiamo facendo. Senza
mai reclamare attenzioni particolari per lui, nel rispetto di questa sottintesa
turnazione, ma spia silenzioso quello che l’altro sta facendo con la mamma. E anche questo appurare cosa stiamo facendo
senza di lui, forse li aiuta ad accettare meglio la loro rinuncia e a
posticipare il piacere al giorno dopo. Altro esercizio per diventare grandi
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