C’è stata la recita della scuola.
Quest’anno niente spettacolo di Natale (che poi non fu fatto neanche anno
scorso causa terremoto), ma festa di Channukkà.
Vi preparavate in segreto da
tempo, forse ignari che la prestazione sarebbe stata davanti ai genitori. O
forse lo sapevate, non è dato sapere.
Quello che è successo è stato
allegro, tenero e anche emozionante. Insieme ai vostri compagni, sul palco a
semicerchio, tenendovi per mano, dovevate recitare la storia di quel re brutto
e cattivo, di nome Antioco, al quale puzzavano i piedi, si mangiava le caccole,
aveva i capelli sporchi e via, chi più ne ha piu ne metta. Ema felice di
esagerare, con quel suo sorriso che riflette l’allegria dei suoi occhi, un po’
distratto un po’ partecipe, come è sempre in tutto. Margherita impietrita dalle
presenza dei genitori, ferma immobile a guardare in basso, con un filo di voce
appena, che, si vedeva chiaro, contava i minuti perché finesse tutto presto e,
per tutta la recita, si è mossa solo per andare poi a nascondersi dietro al
fratello.
Entrambi vestiti di rosso,
entrambi diversi ma entrambi bravi.
Perché così sono e così vanno
rispettati: lui un animale da palcoscenico, lei una che non vuole essere presa
alla sprovvista, non si fida di nessuno se non dopo un lungo e attento studio.
Per questo ho detto bravi ad
entrambi, quando hanno finito.
Cara Marghe, vero, ti perdi delle
occasioni ma è anche vero che non hai ancora 4 anni e che io, al tuo posto, ho
fatto e avrei fatto lo stesso.
Caro Ema, vederti felice di
provare e fare tutti mi dà l’entusiasmo per provare ancora tanto, per stare
insieme a te e per essere orgogliosa di tutto quel che fai.
Orgogliosa di entrambi.
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