sabato 22 novembre 2014

La mia indole

Ci siamo ritrovate che i nostri bimbi, a distanza di pochi mesi, hanno compiuto, compiono e compiranno tre anni. Ci siamo conosciute con loro in pancia, abbiamo condiviso il percorso  gravidanza aggrappandosi a quella mattina di yoga in gravidanza, come se fosse, ma in effetti lo era, il nostro momento speciale. 
Grazie alla sensibilità dell'insegnante, ci ha regalato e ci siamo regalate, delle bellissime chiacchierate segrete, di condivisione, dove tutti rimanevano fuori e quel che si raccontava dentro rimaneva lì dentro e, soprattutto, faceva vibrare i nostri cuori, insieme a quel rintocco della campana tibetana.
Oggi ci siamo ritrovate lì, ed era tanto tanto che quella campana non risuonava più per noi. Non che ci fossimo perse di vista, i compleanni dei bimbi ci fanno ritrovare, le mail e il gruppo mamme yoga su whatsapp ci tengono in contatto e si infuocano nei momenti cruciali della nostra vita. Però, là sedute a parlare di come questo essere mamma ci ha cambiate, non l'avevamo più fatto.
Ognuno di noi, come era naturale che fosse, ha ripreso in mano la propria strada, seguendo l'indole che non si può contrastare, differenziandoci. 
Per questo mi trovo qui a voler dire che, in fondo, non mi sento in colpa se non ho allattato fino all'anno passato i bimbi, se ho manifestato da subito la nostalgia per i tempi che furono e soprattutto per la mia indipendenza, che non mi vergogno di avere finalmente un bel lavoro che mi chiede, come sacrificio, quello di delegare le ore libere dei bimbi ad un'altra persona, che i miei bimbi mi piacciono ogni giorno di più perché si fanno sempre più indipendenti e mi lasciano libera di essere me stessa e non più una loro appendice. 
Perché non è che se uno diventa mamma può vergognarsi di essere se stessa. Per questo ho lasciato correre le occhiate di biasimo quando racconto che sono ad arrovellarmi di nuovo per cambiare scuola ai gemelli, ma io sono fatta così, e non mi posso accontentare che i miei bimbi vadano in una scuola che non permette loro di imparare inglese e la musica, che non gli fa praticare uno sport e non gli insegni una buona educazione. E tutto questo non per cercare  di facilitare la vita ai miei bimbi, ma per cercare di rendergliela più concreta, con del sano bel lavoro. Che imparare, a quell'età, è facile e divertente ma è anche una cosa seria. 
Per questo grazie tante Cristiana, per avermi permesso anche di essere libera di non essere come tutte. E forse per questo, quando dovevamo raccontare di noi come mamme e dei nostri bimbi, io mi sono sorpresa a non raccontare niente di loro e di me ma piangere per il Gangster, che è il grande amore della mia vita e che mi manca tantissimo, e mi manca perché lo sto trascurando tanto. Lui che è il motore, la scintilla e la radice di tutto questo.

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