sabato 9 agosto 2014

Prima o poi tocca di nuovo a tutte

Prima o poi succede di nuovo a tutte.
Questo mi sentivo dire quando andavo a chiedere, di ombrellone in ombrellone, di mamma in mamma, quando avrei potuto fare di nuovo quello che vedevo fare a quelle mamme: stare sdraiata   sul lettino a leggere un libro.
Prima o poi succede di nuovo a tutte, mi rispondevano. E io quel prima o poi lo vedevo molto e molto lontano. Perché io, lettrice indefessa, divoratrice di libri di vario genere, da quando sono nati i gemelli.... ho ripreso a vedere Beautiful, invece che leggere i libri. 
Sì, di libri non se n'è più parlato per due anni e mezzo. Immaginati la voglia che avevo, dopo una giornata passata a impazzire dietro loro, di mettermi a leggere! Non ce l'avrei proprio fatta. Il massimo che volevo, messi a letto i gemelli, era stare in silenzio in una stanza vuota al buio. Tutt'al più, quando appunto mi andava una botta di vita, c'era Beautiful. Spesso però, rinvigorita da una doccia serale, ce la facevo pure a vedermi un bel film senza dormire. Ma leggere no.
Invece questa estate, frastornata dalla prigionia di quella vacanza, che è diventata vacanza e non più prigionia a poco a poco, trovandomi obbligata spesso a stare in silenzio in casa per la paura che i bimbi si svegliassero, ho approfittato di quei momenti per riprendere in mano i miei cari libri. Anno scorso avevo iniziato, senza troppo successo, il racconto di Salaman Rushdie della sua prigionia. L'ho ripreso in mano quest'anno, bevendomelo pagina dopo pagina, e riflettendo un po' su questa coincidenza, questo parallelo di nostre " prigionie", ovviamente senza nulla togliere al dolore e alla vera prigionia a cui è stato condannato Salaman Rashdie per dieci lunghi anni, e queste nostre vite quasi parallele, la mia reclusa con i bimbi, la sua reclusa per la fatwa, mi hanno aiutato a elaborare quanto mi stava accadendo, e a riderci anche un po' su. Tanto che adesso mi sono convinta di voler raccontare questa piccola mia storia allo scrittore, mandandogli una mail. Così, perché sappia che quel suo racconto lungo 634 pagine mi ha aiutato nella mia personale prigionia. 
Poi è successo che quel libro è finito, ed è finito con il racconto di lui che, finalmente libero,  è per strada e chiama un taxi, cosa fino ad allora per lui estremamente proibita. Ecco che quel taxi l'ho fatto diventare la fine anche della mia prigionia: chiamata la baby sitter, lasciati i bimbi con lei, io e il Gangster siamo andati la mattina da soli in spiaggia e io con me ho portato un libro. E mi sono sdraiata sul lettino a leggerlo.
Ed ecco che "prima o poi tocca di nuovo a tutte" è toccato di nuovo anche a me.

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