mercoledì 14 agosto 2013

Oltre


Riccioletta mia,
quanto ti capisco sai quando mi salti in braccio e ti aggrappi a me come se tu fossi una scimmietta attaccata all’albero, e quando tento di farti scendere tu infili le tue unghie nella mia pelle per ancorarti più forte a me e non sentirti abbandonata. Abbandonata ed inerme davanti a sconosciuti.
Sì perché fai così solo quando ci sono persone che ti si avvicinano troppo, che ti danno subito troppa confidenza che tu non vuoi e che, con la loro vicinanza fulminea, ti spaventano e tu non trovi altra risorsa che nasconderti nella sicurezza delle mie braccia.
Sei stata una bimba socievole e sfrontata, curiosa degli altri e vogliosa di compagnia. Chiamavi le persone per strada, quando non ti salutavano e andavi incontro all’ignoto come se fosse sempre un’avventura, ridevi per prima, felice, quando riconoscevi le persone e ti buttavi in ogni avventura con coraggio e voglia di fare.
Adesso invece sei diventata scostante e diffidente, non ti piacciono le confidenze e soprattutto gli sconosciuti, non accetti avvicinamenti repentini e non vuoi andare dove non ti senti sicura.
Un po’, confesso, quando ho visto questo tuo cambiamento sono rimasta perplessa, incredula di vedere la mia farfallina curiosa diventata timida e diffidente, la mia ape operaia trasformata in un koala attaccato alla sua mamma. Ma poi mi sono ricordata che io ero come te, e lo ricordo bene quel periodo, bisognoso della miai mamma e della sua protezione. Anche a me, come adesso fanno a te, mi dicevano di continuo non devi avere paura, vieni e vai senza mamma, tentavano di forzarmi e mi deridevano perché stavo troppo appiccicata a lei.. Ma io ricordo, di quel periodo, che nessuna lusinga, nessuna esortazione, nessun rimprovero mi rendeva sicura tanto da decidere di lasciare la mia mamma, che era per me, allora, l’unica fonte di tranquillità.
Per questo adesso ti tengo stretta sai, fiorellino mio, adesso sento che hai bisogno di me e io ti dimostro che ci sono, tenendoti ben forte in braccio sul mio fianco destro (che la mano sinistra mi serve libera, io che sono mancina) e in quel modo, insieme, ce ne andiamo oltre l’ostacolo, oltre le tue paure.

Nessun commento:

Posta un commento