Riccioletta mia,
quanto ti capisco sai quando mi
salti in braccio e ti aggrappi a me come se tu fossi una scimmietta attaccata
all’albero, e quando tento di farti scendere tu infili le tue unghie nella mia
pelle per ancorarti più forte a me e non sentirti abbandonata. Abbandonata ed
inerme davanti a sconosciuti.
Sì perché fai così solo quando ci
sono persone che ti si avvicinano troppo, che ti danno subito troppa confidenza
che tu non vuoi e che, con la loro vicinanza fulminea, ti spaventano e tu non
trovi altra risorsa che nasconderti nella sicurezza delle mie braccia.
Sei stata una bimba socievole e
sfrontata, curiosa degli altri e vogliosa di compagnia. Chiamavi le persone per
strada, quando non ti salutavano e andavi incontro all’ignoto come se fosse
sempre un’avventura, ridevi per prima, felice, quando riconoscevi le persone e
ti buttavi in ogni avventura con coraggio e voglia di fare.
Adesso invece sei diventata
scostante e diffidente, non ti piacciono le confidenze e soprattutto gli
sconosciuti, non accetti avvicinamenti repentini e non vuoi andare dove non ti
senti sicura.
Un po’, confesso, quando ho visto
questo tuo cambiamento sono rimasta perplessa, incredula di vedere la mia
farfallina curiosa diventata timida e diffidente, la mia ape operaia trasformata
in un koala attaccato alla sua mamma. Ma poi mi sono ricordata che io ero come
te, e lo ricordo bene quel periodo, bisognoso della miai mamma e della sua
protezione. Anche a me, come adesso fanno a te, mi dicevano di continuo non
devi avere paura, vieni e vai senza mamma, tentavano di forzarmi e mi
deridevano perché stavo troppo appiccicata a lei.. Ma io ricordo, di quel
periodo, che nessuna lusinga, nessuna esortazione, nessun rimprovero mi rendeva
sicura tanto da decidere di lasciare la mia mamma, che era per me, allora,
l’unica fonte di tranquillità.
Per questo adesso ti tengo stretta sai, fiorellino mio, adesso sento che hai bisogno di me e io ti dimostro che ci sono, tenendoti ben forte in braccio sul mio fianco destro (che la mano sinistra mi serve libera, io che sono mancina) e in quel modo, insieme, ce ne andiamo oltre l’ostacolo, oltre le tue paure.
Per questo adesso ti tengo stretta sai, fiorellino mio, adesso sento che hai bisogno di me e io ti dimostro che ci sono, tenendoti ben forte in braccio sul mio fianco destro (che la mano sinistra mi serve libera, io che sono mancina) e in quel modo, insieme, ce ne andiamo oltre l’ostacolo, oltre le tue paure.
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