Diciannove mesi. Adesso siete
proprio diventati bambini grandi. In tante cose.
Da qualche giorno non volete più
mangiare da soli con il cucchiaino ma volete la forchetta. Lasciate che io
infilzi il cibo e poi non volete che vi aiuti, devo lasciavi la forchetta e ve
la gestite voi, tanto il modo per mangiare lo trovate sempre, anche se perdete
qualche boccone.
Adesso capite l’italiano, a
domanda rispondete o per lo meno capite cosa vi chiedo. Così quando dico a Mina
adesso ci pettiniamo lei porge la testa e aspetta la mollettina nei capelli
(che regolarmente poi si toglie o si mangia), se dico adesso usciamo state
entrambi pronti a sgambettare davanti alla porta, se dico ad Emino andiamo a
fare il bagno al mare lui parte subito nella direzione giusta. Emino ha una passione smisurata per
l’acqua, il mare, i rubinetti aperti e le docce. Mina adesso invece, da quando
siamo arrivati al mare, odia lavarsi, urla quando vede una doccia aperta, sta
in mare giusto se ce la porto io se no prende e torna a sedersi a riva nel
posto più lontano possibile dall’acqua e delle docce le piace solo vederle fare
agli altri, spettacolo del quale si bea volentieri ma non appena l’avvicino mi
salta in braccio e mi si aggrappa come se fosse una scimmia all’albero.
Adesso lei è diventata più
diffidente e timida, non accetta l’avvicinamento delle persone se non dopo
molto tempo e aver preso confidenza, lui invece è un amicone di tutti, specie
dei bambini che cerca in continuazione.
Lui ha trasformato il suo ciuccio
con l’elefante in un oggetto feticista che lo gratifica e lo calma: impensabile
ormai che si accontenti di un altro ciucco o che ne faccia a meno. Lei adesso
ama le borsette. Appena può, prende le mie e le indossa e, anche se le ho
regalato una borsina tutta sua, continua a preferire le mie. In più adora le
chiavi e appena riesce ad agguantarle va alle porte e cerca di infilarle in
tutto quello che le sembra una serratura.
Lei è diventata una matta furiosa
fissata con le scarpe: oltre che a saltare di gioia quando vede che le porto le
sue, controlla anche attentamente che il fratello se le metta e che le abbia
messe bene, in più non sopporta di vedere scarpe senza piedi. Il vero problema
è al mare, dove notoriamente si lasciano le infradito da una parte e si cammina scalzi. Che non sia mai: se lei
se ne accorge le prende e non ti da pace fino a che non le metti (così spesso
sono costretta a stare distesa sul
lettino con le ciabatte infilate)
e se ne vede di abbandonate le prende e rincorre il proprietario (memorabile un giorno in spiaggia in cui ha
preso le infradito di mia sorella e ha iniziato a chiamarla e le è andata
incontro urlandole come a dire ma dove vai senza ciabatte) e mia sorella si è
vista costretta a mettersele, tanto era perentoria Mina con quelle sue argomentazioni
nella sua lingua dei suoni.
Non fanno discorsi lunghi ma si
fanno intendere, e le parole che dicono le dicono chiare e ben scandite tipo
acqua, latte, scarpe, schiacciata, e quello che non sanno dire lo mimano tipo cane bau bau, moto brum brum,
ciao con voce e mano. Anche
se per loro salutare vuol dire
farlo solo quando le persone se ne sono già andate, che penso che per loro voglia dire ok,
adesso non ti vedo più per questo sei andato via e ti saluto. Anche per il
treno hanno una vera passione,
appena lo sentono salutano con la mano e dicono ciao, anche se non lo
vedono. Se lo vedono invece aspettano che passi e sparisca, per salutarlo e
appena non lo vedono più dicono più con le mani rivolte verso l’alto e la testa
di lato. Anche quando finisce il mangiare dicono più in quel modo, e devo dire
che questo è un espediente che serve molto bene per rassegnarsi, loro che sono dei mangioni
infiniti.
A Mina non so chi ha insegnato a
dire mio, è tutto suo e alza entrambe le sopracciglia arrabbiata quando le
viene detto no. Emino invece strappa le cose di mano invece che dire mio:
niente parole ma fatti, per lui. Però fa cara alla sorella e le vorrebbe pure
dare i baci, solo che lei dice no e scappa via subito. Ma quando lei non vuole più mangiare
porge al fratello i suoi bocconi, che lui accetta volentieri, però anche quando
lo vede in difficoltà per prendere le cose che vorrebbe (lui che ancora non si
muove in piena autonomia come fa lei) lei sa cosa vuole, glielo prende e glielo
dà , lasciandoci sempre stupiti di questo suo altruismo.
I moti d’amore dei due, l’uno
verso l’altro, sono strani e non sempre amorosi. Si ridono quando si rivedono
la mattina, giocano a nascondino nei loro lettini, ridono di non si sa che
cosa, si prendono la mano quando sono nel seggiolino dietro in auto, ma sono
anche molto competitivi: se uno fa una cosa subito l’altro la fa uguale,
tenendosi costantemente sott’occhio, specie nell’avermi tutta per loro: se uno
mi conquista l’altro parte subito all’attacco per conquistare la mamma e chi mi
ha già urla impazzito per l’attacco che gli stanno sferzando, neanche fossi un
galenoe attaccato dai pirati.
Lei cammina bene in autonomia ma
vuole la mano per camminare solo perché vede me che devo dare la mano al fratello che ancora non cammina
bene. Lui cammina da solo da qualche giorno anche se non ha molta intenzione di andare da solo, va ancora
stimolato, ma è stranamente un gran camminatore e adore camminare per lunghi
tratti.
Lei è una farfallina femmina ma
non antipatica, lui è un marinaio biondo mascalzone e sempre attivo.
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