sabato 3 agosto 2013

Diciannove


Diciannove mesi. Adesso siete proprio diventati bambini grandi. In tante cose.
Da qualche giorno non volete più mangiare da soli con il cucchiaino ma volete la forchetta. Lasciate che io infilzi il cibo e poi non volete che vi aiuti, devo lasciavi la forchetta e ve la gestite voi, tanto il modo per mangiare lo trovate sempre, anche se perdete qualche boccone.
Adesso capite l’italiano, a domanda rispondete o per lo meno capite cosa vi chiedo. Così quando dico a Mina adesso ci pettiniamo lei porge la testa e aspetta la mollettina nei capelli (che regolarmente poi si toglie o si mangia), se dico adesso usciamo state entrambi pronti a sgambettare davanti alla porta, se dico ad Emino andiamo a fare il bagno al mare lui parte subito nella direzione giusta.  Emino ha una passione smisurata per l’acqua, il mare, i rubinetti aperti e le docce. Mina adesso invece, da quando siamo arrivati al mare, odia lavarsi, urla quando vede una doccia aperta, sta in mare giusto se ce la porto io se no prende e torna a sedersi a riva nel posto più lontano possibile dall’acqua e delle docce le piace solo vederle fare agli altri, spettacolo del quale si bea volentieri ma non appena l’avvicino mi salta in braccio e mi si aggrappa come se fosse una scimmia all’albero.
Adesso lei è diventata più diffidente e timida, non accetta l’avvicinamento delle persone se non dopo molto tempo e aver preso confidenza, lui invece è un amicone di tutti, specie dei bambini che cerca in continuazione.
Lui ha trasformato il suo ciuccio con l’elefante in un oggetto feticista che lo gratifica e lo calma: impensabile ormai che si accontenti di un altro ciucco o che ne faccia a meno. Lei adesso ama le borsette. Appena può, prende le mie e le indossa e, anche se le ho regalato una borsina tutta sua, continua a preferire le mie. In più adora le chiavi e appena riesce ad agguantarle va alle porte e cerca di infilarle in tutto quello che le sembra una serratura.
Lei è diventata una matta furiosa fissata con le scarpe: oltre che a saltare di gioia quando vede che le porto le sue, controlla anche attentamente che il fratello se le metta e che le abbia messe bene, in più non sopporta di vedere scarpe senza piedi. Il vero problema è al mare, dove notoriamente si lasciano le infradito da una parte e si  cammina scalzi. Che non sia mai: se lei se ne accorge le prende e non ti da pace fino a che non le metti (così spesso sono  costretta a stare distesa sul lettino con le  ciabatte infilate) e se ne vede di abbandonate le prende e rincorre  il proprietario (memorabile un giorno in spiaggia in cui ha preso le infradito di mia sorella e ha iniziato a chiamarla e le è andata incontro urlandole come a dire ma dove vai senza ciabatte) e mia sorella si è vista costretta a mettersele, tanto era perentoria Mina con quelle sue argomentazioni nella sua lingua dei suoni.
Non fanno discorsi lunghi ma si fanno intendere, e le parole che dicono le dicono chiare e ben scandite tipo acqua, latte, scarpe, schiacciata, e quello che  non sanno dire lo mimano tipo cane bau bau, moto brum brum, ciao  con voce e mano. Anche se  per loro salutare vuol dire farlo solo quando le persone se ne sono già andate, che  penso che per loro voglia dire ok, adesso non ti vedo più per questo sei andato via e ti saluto. Anche per il treno hanno una vera passione,  appena lo sentono salutano con la mano e dicono ciao, anche se non lo vedono. Se lo vedono invece aspettano che passi e sparisca, per salutarlo e appena non lo vedono più dicono più con le mani rivolte verso l’alto e la testa di lato. Anche quando finisce il mangiare dicono più in quel modo, e devo dire che questo è un espediente che  serve molto bene per rassegnarsi, loro che sono dei mangioni infiniti.
A Mina non so chi ha insegnato a dire mio, è tutto suo e alza entrambe le sopracciglia arrabbiata quando le viene detto no. Emino invece strappa le cose di mano invece che dire mio: niente parole ma fatti, per lui. Però fa cara alla sorella e le vorrebbe pure dare i baci, solo che lei dice no e scappa via subito.  Ma quando lei non vuole più mangiare porge al fratello i suoi bocconi, che lui accetta volentieri, però anche quando lo vede in difficoltà per prendere le cose che vorrebbe (lui che ancora non si muove in piena autonomia come fa lei) lei sa cosa vuole, glielo prende e glielo dà , lasciandoci sempre stupiti di questo suo altruismo.
I moti d’amore dei due, l’uno verso l’altro, sono strani e non sempre amorosi. Si ridono quando si rivedono la mattina, giocano a nascondino nei loro lettini, ridono di non si sa che cosa, si prendono la mano quando sono nel seggiolino dietro in auto, ma sono anche molto competitivi: se uno fa una cosa subito l’altro la fa uguale, tenendosi costantemente sott’occhio, specie nell’avermi tutta per loro: se uno mi conquista l’altro parte subito all’attacco per conquistare la mamma e chi mi ha già urla impazzito per l’attacco che gli stanno sferzando, neanche fossi un galenoe attaccato dai pirati.
Lei cammina bene in autonomia ma vuole la mano per camminare solo perché  vede me che devo dare la mano al fratello che ancora non cammina bene. Lui cammina da solo da qualche giorno  anche se non ha molta intenzione di andare da solo, va ancora stimolato, ma è stranamente un gran camminatore e adore camminare per lunghi tratti.
Lei è una farfallina femmina ma non antipatica, lui è un marinaio biondo mascalzone e sempre attivo.

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