lunedì 9 settembre 2013

Diario della settimana (dal 2 all'8 settembre)


Lunedì 2 – C’è ancora mia sorella e con lei andiamo, come sempre, in spiaggia mattina e pomeriggio. E visto che oggi siamo tornati in spiaggia in anticipo rispetto all’orario del pomeriggio, Emino ha iniziato prima a mettere a posto i giochi prima, come a dire io le mie ore le ho già fatte e ora basta, facendoci ridere tutti. La sera lei va via e arriva, a notte tarda, il babbone, che porta i regali dal suo ultimo viaggio a Parigi
Martedì 3 – La mattina, come faccio quando c’è il Gangster, lascio la famiglia in casa e vado fuori a fare la spesa. Stranamente però Emino era già sveglio e piagnucolante presto, tanto che sospettavo che fosse successo qualcosa, ma io ho fatto finta di niente e sono uscita. Al mio ritorno ho trovato il Gangster con i capelli ritti, che aveva fatto la doccia a Emino al quale era andato via il pannolino e quindi era tutto bagnato e sporco, per questo piangeva. Però, come si dice, una volta tanto…. Visto che a me è già successo tante volte…. Per fortuna che, anche se c’è il Gangster, facciamo venire lo stesso Guendalina in spiaggia, così noi possiamo farci un bagno tranquilli e prenderci anche un caffè al bar in santa pace. Come dice poi il Gangster di Guendalina, che vede oggi per la prima volta, non si sente nemmeno da come è brava, pronta come è a lasciarci tranquilli e ad occuparsi lei dei bimbi. A fine serata poi faceva giocare i gemelli a rincorrersi nel grande spazio di sabbia che abbiamo davanti all’ombrellone, facendoli cadere e lanciandoli in alto e quel gioco li ha catturati tantissimo, tanto che poi cadevano volontariamente sulla sabbia morbida ridendo, poi si rialzavano e cadevano di nuovo, poi scappavano e si prendevano e ci hanno deliziato tutti, con quello spettacolo, soprattutto i vicini di ombrellone.
Mercoledì 4 – Il Gangster va via presto, questa mattina, e io sarei tanto tentata di andarmene via con lui, tanto sono stanca di fare questa vita ritirata. Ma sono gli ultimi giorni e resisto. Poi telefono anche al nido per sapere l’orario che faranno da lunedì e mi rassicurano che sarà mezza giornata piena, almeno per i primi tre giorni. E non vedo l’ora di riprendere la vita vera. Intanto oggi di nuovo in spiaggia, oggi c’è Caterina per l’ultima volta e con lei fantastichiamo su come saranno i gemelli il prossimo anno. Intanto Emino è già un bambino autonomo che prende e decide di andare a fare la doccia da solo, quando ritiene che sia l’ora di farla finita di stare sulla spiaggia.
Giovedì 5 – I due si svegliano presto questa mattina, alle 7 invece che ormai alle classiche 8,30 e io parto già con i nervi tesi. Poi sulla spiaggia non risparmiano lunghi bagni e Mina è catturata dalla costruzione di un grande castello di sabbia fatto dalle bambine più grandi. Lei si avvicina loro sorridendo, sta un passo indietro ad osservare il meccanismo e quando ha capito cosa si deve fare, via, paletta in mano e inizia a portare la sabbia per aumentare il castello. Io la osservo attenta e felice di quel suo carattere, di quella voglia di imparare e di stare in compagnia. E’ una bambina di squadra che fa squadra.
Venerdì 6 – Mi sveglio pensando che oggi è l’ultimo giorno di prolungato mare, anche se poi ci saranno i weekend e le fughe al mare d’inverno, ma questa lunga vacanza, che stava diventando per me una reclusione, finisce con oggi. Mi alzo allegra e affrontiamo così un altro giorno di mare. Oggi Guenda porta il materassino da grandi ma ai piccoli non piace molto, adesso adorano scappare ovunque, e meno male che la vacanza sta finendo… Oggi poi, avevo deciso da ieri, quando Emino con le sue lamentele mi aveva costretto a stare molto più con lui che con la sorella, che oggi sarebbe stato il giorno speciale di Mina, giorno in cui che Emino pianga pure, io oggi mi dedico prevalentemente a lei. E nemmeno me lo avesse sentito dire (cosa impossibile, visto che me lo ero detto nella mia testa) lei lo ha capito subito che oggi era un giorno speciale per lei con me, e così, anche mentre giocava, chiamava mamma sicura che io sarei accorsa da lei e che mi sarei dedicata a lei. Difatti insieme abbiamo fatto dei lunghi bagni e delle passeggiate al bar. La mia bimba dalle antenne dritte.
Sabato 7 – La mattina mando il Gangster e i gemelli dalla nonna del mare mentre io rimango a Quercianella a chiudere casa o per lo meno a fare qualcosa di simile, visto che la casa non si chiude perché torneremo nei weekend, ma con oggi si sgombra il campo e torniamo in pianta stabile a Firenze. Mi dilungo troppo a Quercianella in noiose incombenze in casa e quindi non ho tempo di farmi il mio agognato giro in centro per negozi, ma comunque ce la faccio ad andare dal parrucchiere e dall’estetista e a fare la spesa per il rientro a casa. La sera i piccoli tornano e vengono messi a dormire nel loro lettini di casa, dopo tanto tempo. Ma, come al solito, non battono un ciglio e dormono tutta la notte. Approfittiamo poi di mia sorella per andarcene, io e il Gangster, a mangiarci una delle pizze più buone mai mangiate… incredibilmente al Four Seasons, in quel meraviglioso parco.
Domenica 8 – Stanchi di tanto mare oggi decidiamo di andare tutti all’Abetone, a prenderci un po’ di fresco della montagna. Il fresco però che troviamo è molto di più di quello che pensavamo, tanto che siamo costretti a comprare ai gemelli dei maglioncini e un giubbotto ad Emino di età 4/5 anni che gli fa praticamente da cappotto, ma che gli servirà nei prossimi anni quando finalmente sarà possibile andare un po’ in montagna con loro, per intervallare tutto questo mare. In effetti all’Abetone c’è una bella aria fresca ritemprante, lo scenario è bello e ci sono dei bei boschi, peccato che inizi a piovere (per fortuna quando eravamo a pranzo al ristorante, dove i due si sono comportati maluccio  andante) e così siamo costretti a rimetterci in auto e decidiamo di rientrare passando per il Forte dei Marmi. Per fortuna il temporale dura solo tutto il viaggio e quando arriviamo invece sulla costa è tutto passato. Facciamo così i classici giri sulle macchinine come piace a loro ma soprattutto anche a noi e poi prendiamo addirittura il treno (sempre un treno da bambini ma finalmente!) anche se al suo arrivo Emino ha pianto di paura per la troppa vicinanza. Poi si è convinto ed è salito contento. Ci facciamo poi un aperitivo e rientriamo a casa.

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