Era il mio grande incubo: il
corso di piscina per i gemelli. Non tanto per la piscina, quanto per la doccia
dopo la piscina.
L’ho affrontato, ammetto con un
preincubo notturno, con la tenacia mia di sempre: in qualche modo si fa, mi
sono detta. Li ho iscritti alla Rari Nantes, risultata vincente fra le mille
informazioni prese nelle mille piscine fiorentine (sì lo so, sono esagerata). Ha
vinto quella forse per caso, sicuramente perché convinta da una mia collega che
insegna lì, e ora convinta di aver fatto la scelta giusta dopo esserci stata
già due volte. E’ una piscina sull’Arno, in estate diventa all’aperto, ha la
vasca per i piccoli, è spartana senza tanta esibizione di accappatoi e costumi,
è una Scuola di Nuoto dove si punta molto alla parte atletica dello sport.
Per queste prime tre lezioni
posso rimanere al bordo della vasca, ed è stato utile perché i bimbi entrassero
in acqua tranquilli. Al primo impatto Ema ha inizialmente esitato, Marghe si
vedeva che aveva voglia di tuffarsi ma che si tratteneva per i capricci del
fratello, ma la responsabile ha prontamente preso la situazione in mano e li ha
calati in acqua entrambi, senza sentire storie. Da allora hanno iniziato a
ridere e scherzare, li ho visti felici di correre dietro ai giochi che butta
lontano l’insegnante, felici di ruotare, battere i piedi, tuffarsi e lasciarsi
andare. Tanto che, ovviamente, quando finisce, non vogliono più uscire dalla
vasca e la prima cosa che mi chiedono, quando sono fuori, è se domani torniamo.
Sono così tranquilli e felici che l’imminente prossimo corso sono già stati
passati di grado. E questo mi ripaga dell’ora poi passata nello spogliatoio
caldo e umido, dove dobbiamo pazientare per avere una doccia libera e, soprattutto, dove devo pazientare nel vederli
fare la doccia da soli, con relativa shampatura autonoma esagerata che esige
lunghissime sciacquature. Segue la difficile rivestitura di quei corpicini
umidi, il nervosismo da stanchezza ma ormai mi sono prontamente attrezzata: nel
viaggio di ritorno a casa mangiano 2 schiacciatine, come arriviamo a casa
mangiano un po’ di formaggio o prosciutto, cose veloci che non necessitano di
alcuna preparazione e poi via, il pigiama, qualche cartone e alle 20 luce
spenta e buonanotte. Tanto sono stanchi che dopo la prima lezione, non appena
siamo arrivati a casa, Marghe mi ha detto: Mamma, sono proprio contenta di
essere tornata a casa. Piccoli pulcini volenterosi.
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