Cara Marghe,
ho sempre sorriso o quando, alla
domanda cosa vuoi fare da grande, hai risposto sempre convinta “la ruspa”. Ti
ho pure incoraggiata, facendoti vedere cosa volesse dire lavorare con una ruspa
e tu, entusiasta, mi dicevi, mentre guardavi con gli occhi che ti brillavano “sì
sì, quello voglio fare!”.
Perché credo che sia importante
coltivare le proprie passioni, che possono regalarti quella fortuna enorme di fare il lavoro che ti piace.
Per lo stesso motivo di ho
brontolata forte, con anche sculacciata, quando domenica, davanti ad un puzzle
che so che riesci a fare, hai detto “non mi riesce” e mi hai fatto gnegnè con
la bocca, come una bambina maleducata e viziata. Ti ho urlato che non ti devi
permettere di mancarmi di rispetto, come non devi fare la voce della bimba
sciocca e, meno che mai, dire che non ti riesce. Perché sì, sarai felice
guidando una ruspa, ma quello che ti aspetta, prima di salirci sopra, è mirare
a fare come, o meglio, di Samanta Cristoforetti.
Poi ieri sera ho visto al cinema
Suffragette e mi sono vergognata di avere una bimba che non ci prova, che fa la
sciocca e che non si valorizza, anche se ha 4 anni solamente.
Per questo ti scrivo proprio oggi, festa della donna, per dirti di stare
attenta, perché proprio perché sei donna dovrai dimostrare che tutto quel che
ottieni lo hai perché lo sai fare bene, perché sei tenace e sei migliore degli
altri. Senza permetterti di imitare le bambine sciocche, non provare a fare le
cose e non voler mirare a superare i limiti
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