mercoledì 7 settembre 2016

La mamma può aspettare



Sei alto e magro, con due gambette sottili dalle quali emergono le ossa delle ginocchia e i piedi lunghi che promettono future altezze. Hai costoline in bella mostra e addominali scolpiti da tanti salti, corse e arrampicate. Hai anche un po’ il visino da grande e lo sguardo attento, che hai sempre avuto, che si interroga sul mondo, osservando tutto e chiedendo di tutto.
Fino ad ora eri, dei due, quello che aveva assolutamente più necessità di essere abbracciato, coccolato, baciato e tenuto stretto. Da un po’ mi giri al largo, da un po’, quando ti chiedo di darmi uno dei nostri mille baci, mi porgi la testa per fartelo dare, invece che darmelo pronto. Da un po’ hai ceduto il letto sotto, dei vostri letti a castello, alla sorella e quindi da un po’ non dormiamo più un po’ insieme, annusandoci prima di dormire.
Ho pensato che questo distacco che ponevi fosse a causa delle tante brontolate che ultimamente ti faccio, disubbidiente come sei diventato, indisciplinato e scanzonato che proprio non vorrei mai vederti così. Poi un po’ ti ho osservato, ti guardo come ti muovi, che cosa di nuovo fai e che cosa è cambiato e così ho capito cosa stava succedendo. Ti ho chiamato a me, ti ho guardato negli occhi e ti ho detto: “Ema, adesso non mi baci più tanto perché sei diventato grande eh? Perché hai gli amici.” E tu, colto in flagrante, emozionato perché avevo capito, ti sei nascosto con la testa sulle mie ginocchia e mi hai fatto sì con la testa, quasi vergognandoti. Ma non ti preoccupare piccolo mio, va bene così. Il mondo ti aspetta là fuori, attraverso gli amici, la distanza e il tanto da fare che ti dai. La mamma può aspettare.

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