domenica 2 febbraio 2014

Diario della settimana (dal 27 gennaio al 2 febbraio)

Lunedì 27 – Piove tanto, e fa pure freddo. I due, ma specialmente lui, ha una tosse da cavernicolo e così decido di non portarli a musica, dopo il nido e poi non ci sarebbero stati neanche Martino e Valeria, motivo in più per saltare. Rimaniamo in casa, ci fermiamo dai miei genitori a guardare la Peppa in tv e arriva pure il geriatra a visitare la mia mamma. Durante la visita i bimbi assistono attenti, in special modo Mina, che segue con interesse, spostandosi per vedere meglio, ogni fase della visita. Che prometta un futuro in medicina? Uuuu Mina come mi piacerebbe che tu diventassi la dottoressa dei bisognosi!
Martedì 28 -  Mi dice Valeria che non verrà in palestra oggi, così colgo quella scusa al balzo per non andarci neanche io e fisso così con il Gangster per pranzare da Eataly e “shoppingare” per i piccoli approfittando dei saldi arrivati al 70% . Il pomeriggio è di nuovo freddo e piovigginoso, così, a parte il caffè e biscotto che andiamo a prenderci a piedi nella pasticceria vicina, dove ormai i due entrano sfacciatamente urlando Luana biscotto e caffè mamma, stiamo di nuovo a casa dei nonni a guardare la Peppa e a festeggiare il compleanno della mia mamma, con la schiacciata alla fiorentina e le candeline che i gemelli hanno spento e riacceso varie volte, dopo che avevano cantato a squarciagola tanti auguri a te alla nonna. Poi inizia il delirio perché torna il Gansger ad un’ora ragionevole, approfitta di quel tempo libero per mettersi a montare un tavolino e due sedie dell’Ikea con la grande gioia dei bimbi, che facevano da assistenti e battevano il cacciavite oppure gli passavano i pezzi e non ne volevano più sapere di venire a cena. Così ho iniziato a rincorrerli, ho patteggiato una cena con latte e quando erano a letto hanno continuato ad urlare sedia, perché volevano stare ancora seduti sulla sedia nuova. Intanto la cena stava cuocendo senza la mia supervisione, eravamo tutti in ritardo e così mentre cenavamo toglievo il piatto di sotto il naso al Gagster perché  l’ora era tarda e io dovevo andare al cinema con LGP. E lì il film è durato più di tre ore, facendomi rincasare molto dopo la mezzanotte. Per fortuna che Wolf of Wall street era avvincente e non ci siamo mai addormentate
Mercoledì 29 - Niente da raccontare oggi. Come sempre piove e come sempre torniamo a casa subito dopo il nido, fermandoci a casa dei miei genitori a guardare la Peppa. E poi a casa nostra con l'unica novità che adesso le poltroncine dei due non sono più in camera, dove invece è stato messo il tavolino con le sedie, ma sono in salotto vicine al divano. Così oggi i due hanno preso seriamente questo cambiamento e si sono messi a leggere i libriccini in poltrona, come se lo sapessero  che quello era il senso dello spostamento.
Giovedì 30 - Quando li sento svegli la mattina mi prende male, perché mi accorgo che il terribile virus intestinale mi ha di nuovo colpito e io, da sola e in piena nausea, ce la faccio appena a prepararmi e a prepararli. Come li accompagno al nido torno a casa immediatamente dopo, mi rimetto il pigiama, vomito un paio di volte e dormo fino all'ora di andarli a riprendere. Però quel riposo mi ha fatto bene, anche perché se no non ce l'avrei fatta. Piove pure a dirotto che sono costretta a portarli in auto uno per volta con l'ombrello, con loro grande divertimento, poi al solito Peppa dai nonni ma oggi siamo saliti prima a casa e, invece che i soliti libri, si sono messi a giocare con i giochi, dopo tanto tempo (difatti erano pure un po' polverosi). 
Venerdì 31 - Vi veniamo a prendere di corsa, insieme al babbone, per portavi con noi a vedere una scuola materna privata, di indirizzo staineriano, dove mi piacerebbe mandarvi. Piove, c'è traffico, e così arriviamo che è già chiusa, anche se avevo telefonato la mattina per dire che mi aspettassero. Rabbia, ma anche lo prendiamo come un segno del destino. Vista la pioggia, non ci rimane che ritornare a casa, anche se io non ne posso più di passare i miei pomeriggi lì, però c'è il Gangster e approfitto di questo evento quasi eccezionale per stimolarlo ad interagire con i bimbi. 
Sabato 1 - Open day alle scuole materne statali vicino a casa. Andiamo in quella più vicina, con la voglia che ci piaccia perché è estremamente comoda. Il Gangster è con me. Varchiamo l'ingresso e scopriamo un mondo fatto di 7 classi di scuola materna, classi di 28 bambini ciascuna per un totale di più di 200 bimbi tutti insieme in classi che si susseguono in un lungo corridoio. Brandine da caserma, classi miste o classi parallele mischiate fra di loro, forse si può scegliere forse no, i gemelli divisi per principio anche se poi, parlando con la Preside, la troviamo più ragionevole e ha detto che valuterà  il nostro caso e che non sarà una scelta imposta. Maestre di tutti i tipi, quelle che brontolano poi alla fine si rivelano più simpatiche, quelle che si vede che hanno problemi personali per come si pongono e immaginati se voglio che i miei figli ne sentano la pessima influenza, quelle piene di sé che ci dicono che la scuola è in una zona a rischio, piena di extracomunitari e di rom. Me la faccio piacere perché  sono tutti concordi nel dire che è una buona scuola, per il giardino riparato (anche se in comune alle 7 classi) e per la comodità della vicinanza a casa. Ingoio e guardo negli occhi il Gangster, che fa, come sempre, il disilluso e mi dice che prima o poi i piccoli dovranno confrontarsi con il mondo e che lui era andato direttamente in prima elementare con 30 bimbi e una maestra e guarda ora dove è arrivato. Per questo io avevo deciso di fermarmi lì. Per fortuna che poi lui ha insistito per andare a vedere l'altra materna vicino a casa, anche se più lontana che necessita sicuramente della macchina, ma che è proprio dietro al nido dove vanno i bimbi. E' di nuovo una casetta nel bosco,  ci sono solo due sezioni, ma i nuovi verranno presi solo in una, per cui i gemelli insieme sicuramente, anche se per loro non è mai stata una priorità dividerli. Una delle maestre che avranno è mite e gentile, le finestre sono piene di luce e il giardino circonda tutto quel fabbricato. La mensa poi è come un grande bar, i piccoli vanno per primi, dove hanno tavolini da 4 e poi li raggiungono, quando hanno finito, un paio di classi delle elementari. Elementari che sono al piano sopra, è solo una sezione e quindi, di nuovo, si offrirà ai gemelli l'opportunità, se proseguono lì, di stare in classe insieme. Vista e presa. Ce ne innamoriamo per questo raccoglimento e aria di casa che ha. Poi, ovviamente, non ci possiamo andare a piedi come sognavo, non fanno il prescuola perché sono troppo pochi quindi obbligatoriamente entarno alle 8,25 e chissà io come farò per il lavoro, ma questo è niente in confronto alla serenità che regalo ai miei bambini in quella piccola scuola che sembra di campagna in mezzo alla periferia industriale della città. Come se fosse una scuola privata ma invece è pubblica. Un peso in meno sul cuore. Intanto i bimbi questa mattina sono stati dalla zia Anna e il pomeriggio pure, visto che pioveva e dovevamo tornare da lei a prendere delle lasagne che ci aveva cucinato.
Domenica 2 - La mattina andiamo a fare colazione alla pasticceria non proprio vicino casa, saranno dieci minuti a piedi e Emino  si è è fatta tutta la strada camminando, mentre Mina stava tranquilla sul passeggino. Abbiamo pure dovuto insistere perché lui poi montasse sul passeggino, dove era disperato e urlava "scendere". Incredibile, ci sono bambini spaventosamente grandi in passeggino mentre lui, un soldo di cacio che ha camminato a 20 mesi, adesso non vuol fare altro! Poi abbiamo ripiegato sul piazzale di ingresso a dei giardini, perché i nostri usuali erano chiusi e lì ci ha raggiunto anche Martino e i tre si sono esibiti, felici, a saltare nelle pozzanghere, a scacciare i piccioni e poi a fare una gara di corsa salendo le scale e scendendo dallo scivolo lì vicino per l'accesso agli handicappati. In rigorosa fila, prima uno e poi l'altro e poi l'altra, si alternavano in questa impresa, aspettando i nostri applausi finali e ridendo felici. Mina sembrava Heidi, con delle guance rosse e il naso che le colava. Che bello vederli così spensierati, contenti sempre di qualsiasi impresa! Che bello anche che andranno, pur in scuole diverse, ma in scuole raccolte, dove sarà permesso loro ancora di godersi questa bella infanzia. Nel pomeriggio poi, piovosissimo (ma oggi non mi lamento, è la Candelora e quindi vuol dire che, se piove, è la fine dell'inverno) siamo andati a trovare mia zia Lucia, perché tanto adesso non importa dove li porti, l'importante è portarli da qualche parte.

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