venerdì 20 febbraio 2015

Cambio e chiudo



L’asilo che frequentano i gemelli è carino tanto. Anche se in piena zona industriale, è un prefabbricato celeste sbiadito che si affaccia su un giardino pubblico e i camion e il traffico, che per arrivare ti impensieriscono, lì zap, per incanto svaniscono. Anzi, in quel microclima incantato,si sentono gli uccellini cinguettare. La scelta di quell’asilo è scaturita da un fulmineo innamoramento, sia degli uccellini che cantavano, sia delle maestre che sorridevano generose. Visto e preso e chi se ne importa se la zona è molto popolare, se non è proprio vicinissimo casa, se il numero di bimbi in classe è numeroso. L’importante è, ci siamo detti quando con il Gangster lo abbiamo visto (e preso) che sia un ambiente piccolo e raccolto. Il resto non conta.
Così dicevamo allora, che era un anno fa. Poi, con la frequentazione, l’ambiente è iniziato a contare, anche se i bimbi sono piccoli  e sono tutti figli di Dio. Da subito, all’ingresso e all’uscita, quando si radunano i genitori, quando mi sono guardata in giro, mi sono sempre sentita strana. L’ho pensato e non detto, credendo che poi sarebbe passato. Ma non passava e ho confidato questa mia sensazione al Gangster, che ha pienamente ricambiato. Poi è successo che c’era la possibilità di far frequentare, all’intera classe, un corso di teatro in inglese. Io, ingenua e speranzosa, l’ho caldeggiato ai genitori e mi sono sentita dire no, assolutamente. Però alla festa di Halloween, che cadeva proprio in quella settimana, hanno partecipato tutti numerosi (noi no, ovviamente). E lì mi sono chiesta se quello volevo per i miei bimbi, una cena di classe (a tre anni????) al Circolo della zona, per festeggiare una festa sconosciuta. Ho stretto i denti e ho continuato l’osservazione. La sensazione di essere nel posto sbagliato continuava e anzi, si rafforzava. Facendo buon viso a cattivo gioco sorridevo e tentavo di socializzare con persone che  mai avrei frequentato, ma i nostri bimbi erano in classe insieme… Ma non funzionava, perché io mi chiedevo ma che c’entro io con questa gente?
Poi c’è stata la riunione di classe, la prima, che io ritenevo importante e alla quale sono andata sicura di trovare nel gruppo genitori un proposito educativo comune. Invece mi sono ritrovata ad una riunione che sembrava la birrata al circolo, con genitori ridanciani che si confortavano l’uno con l’altro per la poca educazione del figlio reputando i bimbi vivaci e maleducati, dei bimbi divertenti e, perché no, dei vincenti. Sono tornata a casa sconfortata. Ne ho parlato con il Gangster e lui ha sottovalutato la cosa, dicendo che ai gemelli avrebbe fatto bene frequentare un ambiente duro, con bimbi vivaci, dai quali avrebbero imparato a difendersi. Sconfortata, ne ho parlato con una maestra, paventando l’ipotesi di non far proseguire in quella scuola i prossimi anni di materna. Lei ha avuto una reazione di sconforto, si è messa la mano sul cuore e mi ha detto che le stavo dando un dispiacere, perché i gemelli danno tanto alla classe e perché loro si affezionano ai bambini. Mi si è allargato il cuore: mi son detta che se le maestre pensano questo i miei bimbi sono al sicuro e visto che tutte le mattine i due vanno volentieri a scuola, loro non avevano problemi e il problema era solo mio. Per questo avevo riconfermato l’iscrizione per il prossimo anno.
Poi succede che arrivano i pomeriggi di sole, sono ancora brevi e così decido di non andare ai soliti giardini più lontani ma di rimanere un po’ in quei giardini lì vicini, che si riempiono di tutti i compagni di classe dei gemelli. E dei relativi genitori. Mi si apre un mondo. Bimbi vivaci no, maleducati sì, genitori che non li riprendono, e una forte e strana, costante sensazione che noi lì con loro non ci entriamo niente. Anche se i gemelli sono affascinati dai bambini più violenti, sai quali devo combattere per separarli. Quasi mi cascano le lacrime a pensare che i miei due riccioli dorati cresceranno con simili personaggi. Ovviamente prima di diventare mamma pensavo che tutti i bimbi sono figli di Dio, ora che sono mamma penso che .. stai lontano da mio figlio. Guardo e ascolto i discorsi dei genitori e mi incupisco. Questo non può essere il nostro contorno. Non ci dormo per due notti. Dopo la prima notte insonne trovo la soluzione al problema elementari, scovando una scuola, ben lontana da lì, dove manderemo i gemelli. Ma dopo la seconda notte insonne, dovuta allo sconforto di dover rimanere lì comunque altri due anni, mi documento e di nuovo mi innamoro della materna privata alla quale eravamo intenzionati ad iscrivere i gemelli prima che ci prendessero in quella pubblica. Comunico al Gangster la mia decisione, come sempre gli do il tempo per pensare e, come sempre lui dopo poco mi telefona e mi dà l’ok: procedi, dice. Detto fatto: ieri cancellata la riconferma per il prossimo anno, domenica mattina andremo a fare la nuova iscrizione alla materna ebraica.

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