Ieri è ripreso l’asilo e voi
neanche volevate scendere dall’auto, quando abbiamo parcheggiato davanti alla
scuola. Piangendo dicevate non voglio
andare, voglio stare con te mamma…
In effetti queste lunghe vacanze
natalizie sono state proprio belle. Tutti insieme, tutto il giorno insieme,
dalla sveglia la mattina fatta sempre da Emino al grido “Mamma
non ho più sonno” a seguire la mia risposta Vieni su in camera da noi, con conseguente “Marghe vieni, la mamma ha detto che possiamo andare nel lettone” e
via, passetti felici correvano e salivano le scale curiosi, fino ad entrare nel
lettone al grido Buongiorno mamma.
Ho dovuto prendere più ferie di
quelle che avevo programmato, per riuscire a fare tutto quello che dovevamo
fare. Cinema con Martino, visita alle campane di Nicoletta, io e il Gangster da
soli a Milano e poi a Napoli, Natale noioso al ristorante e guai a chi mi ci
riporta che io non ci andrò mai più, benché i bimbi siano stati bravissimi,
vigilia di Natale a preparare latte e biscotti per quel Babbo Natale che viene
solo se noi usciamo. Per questo fuori a cena come di rito, per un classico 24
dicembre al Mercato Centrale, rientro a casa con la sorpresa del latte bevuto e
dei biscotti mangiati e di tutti quei regali trovati in casa, benché la mattina
Emino avesse avuto un po’ di dubbi se Babbo Natale avrebbe portato anche a lui
i regali, visto che aveva chiesto come mai avesse portato i regali a Guenda e,
alla mia risposta perché lei è sempre stata brava e non ha mai fatto i
capricci, un dubbio era sorto nel suo cervello ….. Poi Marghe che scarta e
scarta, felice di aver avuto il vestito di Elsa ma anche perplessa che io
avessi avuto solo pochi regali e quasi voleva cedermene un po’ dei suoi…. Poi
il compleanno, con le lunghe chiacchiere su chi veniva o meno alla loro festa, rassicurazioni
se lo avessi detto alla mamma di questo e di quello e ripetute richieste di sapere
le risposte delle mamme, anche varie volte al giorno. Poi la cena del
compleanno, dopo la festa della mattina, sempre al Mercato centrale ma a
mangiarci prosciutto e coccoli per celebrare una nascita ormai avvenuta e
allontanare quel ricordo delle incubatrici che rimane come un incubo. Come il
26 dicembre a pranzo sempre al Mercato Centrale con il Frafratello, in una
confusione abissale, ci siamo ritagliati un angolo di pace come se esistesse
solo la nostra famiglia in mezzo a tutto quel via vai. Per poi andare al
classico circo il pomeriggio, questa volta però bruttissimo Medrano, contro un
bellissimo circo di Moira che ci aveva catturato anno scorso. E le scarpe nuove
con i saldi, dove siamo passati dal 26 al 28 addirittura, con un salto di due
numeri che mi ha fatto capire come mai ad Ema neanche entravano più le scarpe
vecchie, giusto la domenica 27,
a pranzo da mia sorella, dove Babbo Natale era arrivato
con due bici nuove e grandi, che li hanno visti arrampicati sopra e partire
come frecce! E poi ancora l’ultimo dell’anno, con i gemelli che guardavano quel
tavolo in salotto apparecchiato per gli ospiti che dovevano arrivare e non si
capacitavano di quello che sarebbe successo in casa mentre loro dormivano.
Ma sicuramente uno dei giorno più belli di queste feste è
stato senza dubbio per me il primo dell’anno, passato a casa della mia zia
Lucia, zia dalla quale passavo tutti i giorni di Natale con la mia famiglia e
dalla quale sono voluta tornare per annusare, ancora una volta, l’odore di
quelle belle feste che adesso non ci sono più. O forse sì, ci possono essere ma
con altri attori. Lì i bambini hanno aiutato mia zia a fare le polpette, hanno
mangiato polenta e pollo arrosto come se fossero i cibi più prelibati, sono
stati tranquilli e beati perché anche io lo ero, con quelle chiacchiere dei
miei zii e di mio cucino che mi accompagnavano e che hanno fatto volare quelle
ore.
Poi certo, bellissimi sono stati anche
i giorni a Napoli sola con il Gangster, dove abbiamo rinnovato le nostre
promesse d’amore e le buone intenzioni l’uno verso l’altro, facendoci poi stare
serenamente a casa tutto il giorno, tutti insieme, il giorno della Befana,
quando pioveva e quando non importa fare per forza qualcosa, l’importante è
stare insieme. E poi volevamo chiudere queste vacanze con un giorno di sole
coccole, tutti lì riuniti, a sigillo di quanto questi giorni ci abbiano dato.
Per questo non è stata una
sorpresa veder piangere i gemelli alla vista dell’asilo, perchè la fine di questo bel clima è dispiaciuto a tutti, grandi e piccoli
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