lunedì 6 maggio 2013

Sfide

Ho scritto anche alla dottoressa esperta di gemelli, su quelle sfide continue che attui con me, specie al momento del mangiare, quando butti in terra il cibo sapendo bene che non lo devi fare e che se lo fai ti sgrido forte. Ma a te non importa: lo butti in terra guardandomi dritto negli occhi, come a dire io faccio quel che voglio. Ti dico birbone, non si spreca così il cibo, ci sono bimbi che non lo hanno e te ne dovresti vergognare, di buttarlo in terra. Ma a te non importa, importa solo rimarcare che te fai come  vuoi. Via, sguardo fermo diritto nei miei occhi e mano fuori dal seggiolino e paf, il boccone va dritto in terra. 
La dottoressa ha risposto che mi stai mettendo alla prova, testi quanto sono ferma nelle mie decisioni e fino a che punto ti puoi spingere. Sappi che io sono ferma e che non accetterò mai di vederti sciupare quello che hai nel piatto e nemmeno accetterò che tu mi manchi di rispetto, ma che se ti spingi ancora un po' oltre non so quanta pazienza mi rimane. 
Vorrei invece dirti fallo tutte le volte che vuoi, puoi sfidarmi quanto vuoi io non ti permetterò di vincere, perchè solo domandoti ti renderò libero, ma ancora non capisci questo ragionamento e così passiamo adesso un sacco di tempo a guardarci male, tutta la cena con gli occhiacci e adesso anche il momento del bagnetto, che fino ad adesso ti vedeva felice dei miei massaggi e asciugature, mentre ora ti vede intirizzito a scalciare contro il muro. 
Emino, sei il bambino più bello del mondo quando ridi, hai quei dentini bianchi e tondi che fanno innamorare, quando ridi ti vengono quegli occhi dolci a mandorla proprio come al tuo babbo, che a me fanno sciogliere il cuore, e quando  ti affidi a me e alle mie coccole mi rendi felice, mi piace farti le pernacchiette sul collo e baciarti forte la fronte, che te mi porgi per i miei baci. Mi piace quando vuoi ballare con me e ti adagi con la tua testa sulla mia spalla, lasciandoti dondolare, adoro quando dopo un po' che mi sei così appiccicato ti stacci all'improvviso e mi guardi dritto negli occhi, felice di trovarmi, con un sorriso riconoscente come a dire mamma quanto è nostro questo momento unico.
Con quel tuo carattere ostinato invece ci tieni tutti in scacco: con tua sorella fai sempre il prepotente e le rubi di forza i giochi strappandoglieli di mano che mi tocca intervenire per ristabilire la giustizia,  a me lavi i cervello con quei tuoi pianti lamentosi che non posso sentire perchè sono estenuanti, estenuanti per me ma non per te, che sei capace di piangere 40 minuti di fila senza mai smettere. 
Invece ti vorrei vedere felice per come sei e per quello che hai, e se non ti mollo e non cedo di un millimetro è per permetterti di trovare questo: la felicità di come sei, dove sei e con chi sei. 
Sappi però, e questo lo saprai solo da grande quando leggerai queste cose, che io a forza di nutrirmi di resistenza, a forza di resistere ad oltranza, sono fiaccata e così infinitamente triste che a volte ho paura di  cosa combinerai di nuovo domani, un domani di nuovo con te che disprezzi la mia autorità e lanci le cose con menefreghismo. E hai solo sedici mesi.

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