giovedì 30 maggio 2013

Diciassette

Diciassette è un numero che a me porta fortuna, per questoi mi piacerebbe tanto che imparste a camminare proprio in questo mese, perchè  sarebbe bello poi, negli anni, quando racconterò la vostra storia, dire che avete iniziato a camminare a diciassette mesi. Quelli che compite oggi.
Per ora solo Mina prova ogni tanto a staccarsi e rimanere ferma immobile sui suoi piedi, con le ginocchia un po' piegate in stile sci, la testa bassa che per guardare alza gli occhi in alto ma non muove la testa per paura di perdere quell'equilibrio precario. E quando la scopro così mi fa un misto ridere, un misto commozione, un misto incoraggiamento e ammirazione. Però cammina volentieri e vuole solo una mano di appoggio, due no, le rifiuta perchè sono veramente troppo, per una che si ritiene abile come lei.
Emino invece è migliorato nella voglia di camminare (fino a poco tempo fa, dopo un po' che lo facevo cammianre si sedeva come a dire ora io da qua non mi muovo, il mio l'ho già fatto per oggi se ne riparlerà in seguito) Adesso invece vuole lui essere preso per andare, e lo indica alzando le mani in alto come a dire portami oppure prendendomi lui mano nella mano e guidandomi. Adesso si fa dei bei pezzi a piedi, preferendo camminare nell'erba alta piuttosto che nei comodi vialetti e preferendo al moto in piano la discesa e la salita, per non parlare del salire gli scalini, attivià che esalta entrambi.
Mina da quando ha scoperto il moto non fa altro: portarla ai giardini vuol dire guidare una macchina impazzita che vaga da un posto ad un altro, sali scendi, di lato in avanti, girando a destra e poi indietro, via , in un moto perpetuo che non la vede mai stanca anzi, bramosa di provare e vedere tutto, felice di farcela e di riuscire ad andare. Emino invece, ai giardini, è ancora affascinato dallo stare nella casina di le, dal mescolare l'insalata e giocare con le bimbe più grandi a fare le torte anzi, a distruggere le torte delle bambine più grandi. Le bambine più grandi lo sopportano con pazienza, ridendo quando dico loro che ha solo 16 mesi, come a dire che  è piccolissimo, in confronto ai loro 3 o 4 anni. Mentre le bimbe più grandi sono tutte innamorate di Mina, che carezzano con delicatezza e che tentano di prendere in braccio se non fosse che io lo impedisco loro per paura che la facciano cadere. Mina accetta con gioia le carezze e guarda ammirata tanta altezza (roba che a stento arriva ad un metro, l'altezza delle bambine più grandi...).
Adesso i due sono una spugna: imparano a fare tutto quello che vedono. Mina ripete tutto quel che sente dire e che vede fare. Adesso dice grazie oltre che a mamma e babbo, e copia qualsiasi intonazione. Si pulisce la bocca con il tovagliolo (questo glielo hanno insegnato siucramente al nido) e si mette felice le dita nel naso non sapendo però dove appoggiare i tesori che ne estrae. Così ricorre al vecchio metodo di nascondere le cose che non vuole dietro alle spalle, ma diciamo che le sue caccole si fermano prima sui capelli dove si incagliano formando piccoli grumi che non fanno proprio effetto balsamo. 
Emino invece dice solo scarpe, oltre, ovviamente, ad un dolcissomo mamma. Mentre babbo niente. Però quando mi sente dire squisito, via subito con il dito indice a vite sulla guancia e quando canto "Pettirosso corvo vola via, il picchio batte l'albero" lui fa il verso di volar via con le mani e del picchio che batte l'albero. 
Dopo che l'ho vestito e lo metto in piedi sul fasciatoio, gli dico "Fatto, abbraccia forte la mamma," e lui mi abbraccia stretto e appoggia la sua testa sulla mia spalla, mentre Mina, alla quale dico lo stesso, mi abbraccia solo per essere portata via di lì, niente gesto tenero. Però quando la lavo sul lavandino, lei si drizza in piedi e mi guarda negli occhi da vicino e mi dà i baci sulla bocca 
La cosa che maggiormente affascina Emino e il vedermi rassettare la cucina, soprattutto il momento "smonto" la lavastoviglie lo rapisce come se stessi facendo una danza magica e segue ipnotizzato  i piatti che vanno nel cassetto in basso, i bicchieri nello sportello a vetri in alto, le tazzine a destra, le posate nel cassetto del tavolo. Non si perde un passaggio. Come pure quando preparo la loro cena si sporge per vedere meglio come faccio a girare la minestra e cosa prendo dal frigo. Tanto che ultimamente, al momento di preparare la cena, lui lo porto con me in cucina e lo metto sul suo seggiolino a guardarmi: non fiata per tutto il tempo, rapito da quel mio fare.
Adesso non giocano più tanto insieme, però si danno le cose con un gesto gentile, capendo da soli di cosa l'altro ha bisogno. Fanno pure il girotondo insieme a me, Mina prende per mano Emino e insieme battono i piedi forti e ridono al momento tutti giù per terra, quando si buttano giù divertiti. 
Quel che capisco, vedendoli crescere, è che stanno captando tutto quello che c'è in giro, nell'aria e nella vita, e non sfugge loro proprio niente. Per questo mi sento tanto in dovere di dar loro il meglio, l'esempio e la gioia che si meritano.
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