mercoledì 30 aprile 2014

Due e quattro

Con le scarpe nuove che indossano da qualche giorno, che  hanno liberato finalmente i gemelli da quelle invernali con gli aghetti, ho capito che da adesso in poi la vita, per me e per la mia schiena, sarà in discesa. 
Le scarpe vogliono metterle e levarle da soli (e sono così bravi che adesso è scattato un nuovo gioco in macchia: il lanciascarpe. In pratica come siedono, iniziano a levarsi scarpe e calzini e a lanciarmeli contro, piangendo se non riescono a centrarmi...). 
I vestiti nella lavatrice è già molto che li mettono dentro da soli, adesso mettono nella lavastoviglie pure i loro piatti e posate,  tolgono il sacco dalla pattumiera e si organizzano per metterne dentro uno nuovo (con i loro limiti, ma caparbi come sono ci riescono sempre) e vedo anche che tentano, con la solita loro cocciutaggine, di levarsi i pantaloni da soli, mentre per il pannolino già ci riescono (toglierlo, intendo, perché metterlo non è proprio facile, anche se ho assistito ad una scena divertentissima in cui Mina, in piedi, tentava di mettersi il pannolino nuovo da sola, che ovviamente gli sfuggiva da tutte le parti).
Durante l'ultimo fine settimana, non c'era il seggiolone al ristorante e c'eravamo dimenticati i seggiolini portatili per cui hanno mangiato a tavola seduti sulle sedie normali, con solo un cuscino sotto, e sono stati bravissimi. Tanto da farmi sognare di non doverli più alzare di peso e infilare nei loro seggiolini tutte le volte.
Anche nei seggiolini dell'auto adesso vogliono salire da soli, si arrangiano per arrampicarsi dal marciapiede a dentro la macchina, poi si mettono davanti al seggiolino e, con una bella mia spinta sul loro sedere, salgono da soli seduti e sono pure felicissimi dell'applauso che faccio loro, perché adesso il motto di ogni cosa  è DA SOLI. Ogni cosa vogliono fare da soli oppure, che poi è la stessa, come i bimbi grandi. 
Per questo piano piano il mio aiuto sarà sempre più marginale, per questo adesso mi commuovo quando i due bisticciano e poi fanno pace dicendosi scusa e anche, a volte, aggiungendo, ti voglio tanto bene. 

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