giovedì 25 giugno 2015

Solitudini

Ieri a Quercianella, perchè il 24 giugno è un Santo giorno di festa, mi sono ritrovata triste e preoccupata, a pensare a questo nuovo senso di solitudine che mi circonda.
La mia mamma all'ospedale, quella botta di realtà che è arrivata e che mi ha fatto vedere le cose che fino ad ora non volevo vedere, quel mio sempre presente bisogno di avere da lei conforto e certezza che faccio bene e che ci si può fare, stimolo a fare e a fare ancora, come viene viene, nessuno è perfetto. Quella mancanza del suo prendermi in giro ma essere sempre dalla mia parte, quel mancarmi il suo essere contenta sempre che mi alleggeriva i giorni e che ora ritrovo solo nella mia Margherita, che quando non sa alza le spalle e mette il labbro in fuori, come a dire non so che dici, non so come si fa, ma pazienza.
Quella partenza di Valeria che fino ad ora era solo raccontata, era andata ma subito tornata, quel chiudere con lo Stibbert senza sapere quando riapriremo insieme, quel non averla in giro per le nostre chiacchiere, per sentirla dalla mia parte, per sentirla raccontare e poterle raccontare.
Questo vicinissimo arrivio di due mesi interi a Quercianella io e i gemelli, con quel ritmo sempre uguale sveglia, colazione, mare, bagno, pranzo, nanna, di nuovo mare, bagno, doccia, cena e di nuovo dormite che è tardi. Per due lunghi mesi che passano per le mie ferie ma che sono il mio vero lavoro.
Quella paura di ritrovarmi zitta senza poter raccontare a nessuno un dubbio, una conquista, una speranza, un progetto.

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