martedì 20 novembre 2012

Mani

Gemello Emino ha delle mani grandi che si studia attentamente neanche gliele avvitassero di nuove durante la notte. Quando gli capitano nel suo campo visivo ogni tanto zap, si incanta ad osservarle, se le apre, se le gira, si conta le dita, davanti dietro, anche un po' di fianco, poi se le afferra e fa un gesto simile a quando due persone si incontrano e si stringono le mani: facendo tutto da solo, si incontra e si stringe le mani in autonomia. Ovviamente la sua prima abilità (e che la sorella non fa, tanto per differenziarsi finalmente da lei) è stata quella di battere le mani.  Quando succede è un po' come un diesel: prima ci pensa, mi guarda perplesso e poi via, la sinistra sulla destra in un battito di mani che lo scuote tutto e che lo fa felice. L'ho così addomesticato che adesso addirittura parte quando sente la mia voce che gli dice "Bravo Ema", e lui in automatico, neanche fosse il comando del cane guida per ciechi, via, clap clap di applauso. Adesso ha imparato a battere il cinque. Nel senso che lui allunga la mano sinistra aperta (inutile sperare nel contrario, Gemello Emino è indubbiamente mancino) e aspetta che gli altri gli battano la mano sopra. Quando succede ride felice, con le sue risate grasse e quegli occhi che quando ride gli diventano a mandorla (tale e quale al suo babbo) che aprono il cuore.
In questo periodo stiamo passando progressivamente dal pappone unico ai primi approcci con il cibo a pezzi, soprattutto cantucci di pane da ciucciare e mordicchiare con cui entrambi i gemelli  passano il pomeriggio intero neanche fosse la torta più squisita o il giocattolo più divertente del mondo. Il fatto è che adesso pretendono pezzi di tutto quel che mi vedono mangiare, soprattutto hanno imparato, quando li porto con me a fare colazione in pasticceria, ad aspettarsi che dia loro un pezzetto di brioche.
Domenica mattina siamo andati nella pasticceria buonissima vicino casa. I gemelli nel loro passeggino rosso danno sempre spettacolo e attirano il solito capannello di persone curiose. A un certo punto una signora di mezza età chiama l'amica e le dice guarda il bimbo, così piccolo e già ci  saluta. La sottoscritta mamma si è sentita autorizzata, quasi con vergogna, a specificare che il bimbo, in pasticceria, se allungava  la mano verso loro non era per salutare...... ma, molto più prosaicamente, per avere un  pezzetto di brioche!

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