mercoledì 20 febbraio 2013

Io sono infinito

Era la sera fra domenica e lunedì,  il fine settimana stava finendo e c'era un po' di malinconia nel lasciarlo andare, quel tempo passato tutti e quattro insieme. Pensavo  al giorno dopo, allargando l'orizzonte ad un domani più vasto, ad un domani che parte da questo impegno di oggi, questi bimbi così sotto la mia ala, sotto la mia protezione, dei quali ho la responsabilità della crescita.
Vedere quei bimbi che mi crescono sotto gli occhi, che non si accontentano più di un giochino da studiare ma che hanno bisogno di stimoli nuovi, di imparare e di essere accompagnati nella crescita, mi fa chiedere se ce la farò, nel filo dei giorni che si dipaneranno da qui in avanti per non so quanto, ad essere all'altezza di queste aspettative, dei loro bisogni, se avrò l'energia per farcela a seguire con il solito entusiamso che ho messo fino adesso con loro, i prossimi periodi, i prossimi cambiamenti, i prossimi impegni. Questo dicevo al Gangster quando ero fra le sue braccia a letto, gli  dicevo che a volte sono così schiacciata da questa sensazione di non farcela che provo paura. Gli raccontavo che in fondo mi basterebbe poco per tranquillizzarmi, mi basterebbe una carezza sulla testa e una frase di incoraggiamento della mia mamma, di quelle sue parole rassicuranti che mi aprono i polmoni e mi permettono di respirare di nuovo, quando sono così frastornata da non trovare soluzione o parole, cose che invece a lei non mancavano mai, ma che adesso non è più in grado di regalarmele. 
Il Gangster mi ascolta, mi lascia piangere, mi carezza e mi dà il tempo di calmarmi. Poi mi parla, con la sua solita voce calma, e mi dice sapessi io che responsabilità mi sento per tutti voi, quando i suoi voi sono molto più dei miei, ma mi dice anche che la forza si trova giorno dopo giorno, perchè come ho potuto  vedere fino ad adessso, le grandi imprese sono fatte di piccole imprese, di tanti giorni semplici messi insieme e piccole sfide da superare ogni dì, che vanno a comporre una grande sfida o una grande impresa.
Dormo il sonno dei giusti e la sera dopo ecco il quasi immancabile appuntamento cinema con la mia amica LGP. Scegliamo il film girando su una rosa di due, massimo tre cinema che si trovano vicino casa, quindi spesso andiamo a vedere il meno peggio, che a volte è solamente un film brutto ma a volte, come quella di lunedì, è una sorpresa nella quale ci buttiamo, scegliendo poi in fondo il film in base alle immagini della locandina. Io sono infinito è il titolo ed è il racconto dell'incontro fra tre adolescenti, la storia della loro amicizia. Il film, neanche a farlo apposta, mi spiega, un po' come ha fatto il Gangster la sera prima, che le situazioni possono essere o sembrare brutte e preoccupanti, anche prive di speranze, ma che la vita ti ripaga con delle sorprese fortuite oppure ti insegna a trovare la forza per combattere e forse anche vincere, non senza pagare il dovuto biglietto o scotto. A volte si è così preoccupati, a volte ci sentiamo così soli e indifesi, a volte siamo così vulnerabili da non respirare che non ci resta che rimanere inebetiti. Ma anche questo stop ci permette di raccogliere le forze, di trovare delle risorse dentro noi che ci fanno alzare da quella sedia solitaria, cambiare posto e andarsi a buttare nella vita. Dove si vince e si perde, ma per lo meno si vive. 
Io in quel film un po' ho rivisto la mia adolescenza, un po' ho rivisto l'adolescenza di tutti in generale, un po' mi sono raffigurata i miei bimbi adolescenti, un po' mi sono vista mamma di due adolescenti contemporaneamente, un po' mi sono rassicurata che, come tutto, poi passa e tutto è bene quel che finisce bene, sicura che tutto è solo un passaggio per altro.

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