giovedì 28 febbraio 2013

Quattordici

Per i quattordici i mesi vorrei raccontare quattordici cose nuove che avete imparato in questo ultimo mese per arrivare ad oggi a compiere i quattordici, ma non so se ce la farò. Però provo lo stesso a raccontare le vostre ultime conquiste.
Avete capito il tono della mia voce, quello che non va fatto vi è più chiaro dal tono che uso più che dalle parole che dico, anche se ricordate bene quello che non va fatto e sapete riconoscere i diversi guai in cui vi mettete. Per esempio non bisogna tirare i fili degli elettrodomestici. Il primo no è partito dal filo del telefono, prontamente coperto da un cuscino, ma anche quando siete riusciti a scovare quello del televisore, benchè dalla parte opposta della stanza, avete ben capito che era un altro filo e quindi non si doveva tirare, ma era anche un altro no da sfidare, e vi siete prontamente lanciati. Mina quando ha capito che si metteva in un guaio simile a quello del filo del telefono, si è  fermata e mi ha guardato, aspettando il no, Emino invece ha insistito là appeso e anzi, si girava ridendo per guardare se vedevo cosa sta facendo, più che altro se vedevo che lui sapeva benissimo che quello che stava facendo era qualcosa che non andava e che proprio  per questo lo faceva.
Adesso Emino, come conseguenza di queste azioni, viene messo in punizione. Ho uno sgabellino bianco che posiziono vicino al radiatore, su cui lo siedo sgridandolo dopo che ha sfidato ridendo la mia autorità. Lui non sa scendere da quello scalino e così rimane seduto là piangendo. Non so se capisca che quella è la conseguente punizione per non aver rispettato i miei no, so solo che, visto che Mina non viene mai messa su quel panchettino proprio perchè lei capisce i divieti e si ferma prima, oggi l'ho vista dirigersi decisa sul gradino e  provare a mettersi volontariamente seduta faccia al muro come faccio con il fratello. Come a dire fammi provare se questa cosa che la mamma fa solo ad Emino è una ganzata di cui io sono privata. Questo conferma i miei dubbi riguardo a se capiscano  il valore della punizione.
Adesso confabulano fra di loro. In un loro linguaggio fatto di dedede, si chiamano e si avvertono tipo se la porta rimane aperta e hanno l'opportunità di andare a giro per tutte le stanze di casa, il primo che se ne accorge lancia il segnale, parte all'attacco ma anche si ferma per vedere se l'altro ha capito, pronto ad aspettarlo.
Adesso si rincorrono ridendo con la scusa di non cedere all'altro il gioco che hanno in mano, ma non c'entra niente non voler concedere il gioco, è solo una grande scusa per scappare gattonando ovunque con il fratello dietro, difatti ridono a crepaperlle di questo gioco al rincorrersi.
Quando è notte o mattina presto e in casa non si sente muovere un passo, il primo bimbo che si sveglia  si alza in piedi sul lettino ma non più girato verso la porta a cercare uno dei genitori, ma verso l'altro lettino e chiama il fratello o sorella, ormai certi della compagnia l'uno dell'altra
Chi abbia insegnato a Mina a fare le finte non lo so. So solo che quando è in braccio al babbo e arrivo io, alza le braccia verso di me come a dire prendimi, io mi avvicino per farlo e lei si gira subito verso il suo babbone e ride, come a dire no no no, scherzavo. E questo le piace ripeterlo a lungo.
Adesso sono delle spugne nell'imitazione. Nei libri tattili, appena sfogliano le pagine, corrono subito a mettere il dito sulle varie stoffe o pellicce in rilievo, come a dire ho capito bene qual è il senso di questo  librino. Nelle costruzioni visualizzano il senso e il verso dei pezzi e lo ripetono all'infinito, nelle varie varianti.
Emino cammina spedito appoggiato al pinguino primi passi, ormai va da solo senza bisogno che io "gli guardi le spalle" come voleva che mi posizionassi all'inizio, per sicurezza. Quando parte sembra un giardiniere con il falcia erba, mentre lei, indispettita da tanta autonomia del fratello, gli si posiziona davanti con le gambe stese, come a dire da qua non passi  e ti fermo io, ganzino, che sei più bravo di me, e anche questo, mi chiedo, da chi lo abbia imparato.
Ieri poi, quando ero seduta in terra vicino a lui, l'ho sorpreso ad alzarsi in piedi vicino a me e, tenendo una mano sulla mia spalla, mi ha circumnavigato tutta, con una calma e una  spavalderia da veterano della posizione eretta. Oggi lei, che sono sicura non si è persa quella scena, ha affrontato lanciata un distacco divano sedia che sembrava l'avesse sempre fatto, nonchè ha inforcato il pinguino primi passi, del quale lei non si fidava per niente, perchè come si attaccata alla maniglia e lo vedeva muovere si metteva subito seduta, e ha iniziato a " tagliare l'erba" ad una velocità astronomica.
Entrambi sanno battere le mani, fare ciao ciao aprendole e chiudendole, e anche far volare le farfalle. Sanno fare la linguaccia e tirare i baci. 
Lei ha anche capito a cosa serve spazzola e pettine e quando glieli dò in mano si pettina a modo suo, spesso con il manico, ma il gesto ormai è recepito. Emino invece quando gli diamo la spazzola per pettinare il babbo, come fa al solito con tutto, gliela sbatte in testa, ma questo ormai fa parte del suo stile batterista, che il senso delle cose nuove  deve passare prima per il rumore che fa se sbatte.
Quando a lei mettiamo in testa una passata, un fiocco o un cappello e le diciamo bella, lei si ferma subito e si mette in posa tre quarti, toccandosi il viso, come a dire certo, lo so, guardate pure. E per le foto succede lo stesso, non appena appare una macchina fotografica, lei si ferma e sorride.
Con i seggiolini in auto girati verso il senso di guida, invece che negli ovetti che stavano opposti e non vedevo quello che facevano, adesso dallo specchietto mi accorgo che guardano il panorama che scorre dai finestrini, con la stessa espressione dei grandi quando sono in auto e lasciano scorrere i pensieri guardando fuori, ma io vorrei tanto saper quali sono quei pensieri che loro lasciano scorrere.
Amano mangiare le polpette, il pane integrale più che i biscotti, ma la schiacciata salata fa fare i salti sulla sedia ad entrambi, per il  successo che riceve,  come le banane e il prosciutto cotto, del quale hanno imparato a riconoscere qualsiasi involucro, benchè cambi marca spesso.
Quando sono in braccio indicano dove li devo portare e se mi fermo mi spintonano con il bacino, come si fa quando si è in sella al cavallo, come a dire vai vai, che ti fermi a fare?
Il gioco nuovo e incessante è levarsi i calzini, ognuno si leva i propri e li lancia ma a volte, mentre l'altro fratello è vicino ma è assorto nel gioco,  tolgono i calzini anche a lui, che tanto prima o poi lo avrebbe fatto  volontariamente, quindi perchè non portarci avanti?
Per quanto riguarda le scarpe, nota dolente per entrambi: mettere le scarpe ai gemelli sembra di imporre loro uno strumento di tortura. Mina urla tutto il tempo come solo lei sa fare, e mentre piange controlla l'orrore che le sto facendo con attenzione, tanto che appena sono riuscita a metterle le scarpe, zac, due mosse veloci e lei ha già aperto lo strap o sciolto gli aghetti. Emino invece quando si trova le scarpe ai piedi passa un sacco di tempo nascondendo i suoi piedi sotto il mobile, come a dire quella non è roba mia, e quando si rassegna  e toglie i piedi dal nascondiglio, non muove un passo come se avesse le scarpe ortopediche di Frankestain. E non so come faremo per il futuro.
Della vecchia fattoria rimangono sempre stupiti che il gatto faccia miao e il cane bau, il pulcino pio e l'uccellino cip cip, interessati da quel vortice di lingue diverse che gli animali parlano, ma una certezza li rassicura, che la mamma fa smack e il loro nome pure, così penso che siano gli unici bambini che, all'intonazione della vecchia fattoria, non facciano miao ma mandino subito i baci, il verso della mamma appunto.
Quante cose che avete imparato bimbi, e pazienza se ancora non sapete camminare e parlare, come tutti si aspettano,  a modo vostro state facendo passi su passi verso l'indipendenza.


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